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Trecentomila bottiglie di Franciacorta Cantina Mirabella festeggia 40 anni

di Renato Andreolassi
 
18 marzo 2019 | 16:13

Trecentomila bottiglie di Franciacorta Cantina Mirabella festeggia 40 anni

di Renato Andreolassi
18 marzo 2019 | 16:13
 

Oriunda dell'Oltrepò, la famiglia Schiavi ha conquistato fin dal 1979 una buona fetta di Franciacorta con la cantina Mirabella, 57 ettari sparsi fra i Comuni di Passirano, Paderno e Provaglio (Bs).

Di più, il padre, Teresio Schiavi, è fra i 23 soci fondatori del Consorzio. «Qui abbiamo iniziato con i bachi da seta - dice - per poi tentare l'avventura nel mondo vitivinicolo assieme ad altri soci. Siamo stati dei precursori nel segno della qualità, abbinando cultura vinicola le più moderne tecnologie». Nei giorni scorsi nella sede di Rodengo Saiano (Bs), c’è stata la festa per i 40 anni della fondazione, all'insegna delle migliori bollicine e con un nuovo metodo classico da sole uve Pinot Bianco. A fare gli onori di casa, il patron Teresio con un braccio fratturato a seguito di una caduta mentre stava potando gli olivi e i due figli, che di fatto gestiscono l'azienda: Alessandro e Alberto, uno enologo e l'altro addetto alla parte commerciale. Trecentomila le bottiglie prodotte (ma la potenzialità è di mezzo milione), 70% vendute in Italia, il rimanente all'estero: Giappone, Stati Uniti e Germania.

(Trecentomila bottiglie di Franciacorta Cantina Mirabella festeggia 40 anni)

Lo scorso anno l'incremento è stato del 20%. Tutte o quasi bollicine Docg (90%), Pas Dosè, Extra Brut, Satèn Rose ed Elite, l'intrigante ultimo nato tutto all'insegna della naturalità. I vigneti hanno un'età media di 20 anni ed è in corso la riconversione a Bio. «Siamo prudenti sull' Erbamat - dicono Alessandro e Alberto Schiavi - l'antico vitigno riscoperto di recente e rilanciato con forza dal presidente del Consorzio Silvano Brescianini. Noi abbiamo deciso di optare per il Pinot Bianco risultando la prima realtà per quest'uva in tutta la Franciacorta. Da sempre definito “enfant terrible”, il Pinot Bianco soffre più di altri vitigni dell'instabilità climatica e territoriale. Usato nelle cuvée, conferisce freschezza e semplicità che vanno ad alleggerire la pesantezza dello Chardonnay e le asperità del Pinot Nero, creando coesione e rotondità. Sempre meno coltivato in riva al lago d'Iseo, Mirabella è in controtendenza mantendeno un’importante quota di vigneto perché i nostri terreni hanno una particolare vocazionalità».

Avanti tutta, insomma, con il bianco e per dimostrarlo, durante la festa del 40° anniversario, la famiglia Schiavi ha deciso di lanciare una versione in purezza. In quel di Rodengo, famosa per la millenaria a magnifica Abbazia, ha dimostrato tutte le sue potenzialità con grande eleganza e fragranza. Per l'occasione , è stato anche presentato un cofanetto con i tre monovitigni vinificati in purezza: il Pinot Bianco unito in cuvée con lo Chardonnay e il Pinot Nero dà vita da molti anni in Mirabella alla prestigiosa etichetta Dom Riserva. Dimenticavamo, perché Mirabella? Il nome deriva dalla Torretta che svetta al centro della prima cascina che in terra bresciana diede i natali alla cantina.

Per informazioni: www.mirabellafranciacorta.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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