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Giri di vite Quando il vino è donna

Due donne, un genitore pioniere, due famiglie storiche del vino: sono aspetti in comune che hanno due aziende italiane distanti tra loro: Villa Matilde con Lucia Barzanò e Mosnel con Maria Ida Avallone.

di Giuseppe De Biasi
 
04 settembre 2020 | 06:40

Giri di vite Quando il vino è donna

Due donne, un genitore pioniere, due famiglie storiche del vino: sono aspetti in comune che hanno due aziende italiane distanti tra loro: Villa Matilde con Lucia Barzanò e Mosnel con Maria Ida Avallone.

di Giuseppe De Biasi
04 settembre 2020 | 06:40
 

A prima vista non sembrerebbe ma sono davvero numerosi i tratti in comune fra la storia familiare e vinicola di due grandi famiglie del vino italiano, quelle delle nobili bollicine di Franciacorta del Mosnel e quella dello storico Falerno del Massico di Villa Matilde.

Partiamo dalle due front-women, Lucia Barzanò e Maria Ida Avallone. Ormai non è più così raro trovare una donna come proprietaria e/o ambasciatrice della propria azienda, anche se entrambe raccontano le diffidenze iniziali degli agenti o degli importatori ad avere come interlocutrice una donna (anche se non è così palese, il mondo del vino è ancora fortemente maschilista).

Villa Matilde e Mosnel - Giri di vite Quando il vino è donna

Villa Matilde e Mosnel

Al loro fianco, fin dai primi passi in azienda, due fratelli, solidi e affidabili, non affetti da egocentrismo ormonale, che le hanno sempre supportate ritagliandosi il ruolo complementare nell’equilibrio aziendale: Giulio per Lucia e Salvatore per Maria Ida.

Risalendo la catena familiare, un genitore che ha saputo essere un pioniere (e un catalizzatore) della viticoltura del proprio territorio e che ha saputo gestire il passaggio generazionale, trasmettendo quella passione che rappresenta l’eredità più preziosa, la madrina del Franciacorta, Emanuela Barboglio Barzanò e l’avvocato con la passione per la storia antica, capace di riportare in vigna lo Châteaux Petrus degli antichi romani, il Falernum.



Gli elementi ci sono tutti per una bella storia a due voci. Ma ora analizziamole singolarmente, partendo da Sud e risalendo lo stivale.

Villa Matilde
Villa Matilde è stata l’azienda che ha riportato la centralità che merita ad una zona conosciuta fin dagli antichi romani come l’Ager Falernum, patria di uno dei vini leggendari dell’antichità, il Falerno, il primo grand cru della storia.

Siamo nell’alta provincia di Caserta, alle pendici del vulcano spento di Roccamonfina, nel lembo di Campania ai confini col Lazio, zona di pregiati vigneti cari agli antichi romani come l’Ager Falernum. Qui l’avvocato Francesco Paolo Avallone, ormai mezzo secolo fa, decide di provare a riprodurre l’osannato Falernum, decantato come “vino ineguagliabile” da Plinio a Virgilio, il primo grand cru della storia, se si pensa che ogni anfora di Falernum era chiusa ermeticamente con tappo munito di pitaccium, targhetta nella quale venivano indicate luogo, produttore e annata.

Maria Ida e Salvatore Avallone - Giri di vite Quando il vino è donna
Maria Ida e Salvatore Avallone

Vino bimillenario scomparso nel ‘800 con l’arrivo della filossera, ma che il caparbio avvocato riesce a “resuscitare”, con la complicità di alcuni docenti universitari napoletani, recuperando in zona alcuni ceppi sopravvissuti alla devastazione della filossera, reimpiantandoli e dando il via all’avventura enologica di Villa Matilde.

Oggi Villa Matilde, che da un anno ha aggiunto nel marchio anche il cognome Avallone, può contare sul riuscito passaggio di testimone ai figli, Maria Ida e Salvatore, che con la medesima passione seguono i 130 ettari di fertili terreni per lo più dedicati ai protagonisti dell’antico Ager Falernum, l’Aglianico (l’antico vitigno Hellenico) e il Piedirosso, che creano il Falerno rosso e la Falanghina (biotipo Falerna) per la versione in bianco.

Inoltre da una decina d’anni il marchio Villa Matilde si è esteso ad altre due aree vocate della Campania Felix come Rocca dei Leoni nel Sannio e Tenuta d’Altavilla in Irpinia.

La Villa si presenta come un armonico casolare di campagna con barricaia a vista con l’arco che si apre sulla distesa di vigneti, sul Massico e sul cono vulcanico di Roccamonfina. Accanto l’accogliente Locanda del Falerno, ospitata nella vecchia bottaia della tenuta, dove fermarsi a degustare specialità tipiche accompagnate, come nella famosa cena di Trimalcione nel Satyricon, da un ottimo Falerno, magari non così longevo visto che Petronio ne cita una bottiglia addirittura centenaria.

Mosnel
Quanto a Mosnel, termine di origine celtica che identifica un piccolo di cumulo di pietre, in questo caso fa riferimento ai 39 ettari di vigna franciacortina di proprietà della famiglia Barzanò.

Fortunata enclave tra Brescia e il lago d’Iseo, la Franciacorta è forse una delle poche aree vitivinicole italiane ad essere cresciuta, in notorietà e qualità, come insieme compatto ed omogeneo, enfatizzando quel concetto di terroir, tanto caro ai cugini francesi, dove il valore della denominazione è maggiore dei singoli marchi, tanto da conquistarsi i galloni di vino ufficiale dell’Expo 2015.

Giulio e Lucia Barzano` - Giri di vite Quando il vino è donna
Giulio e Lucia Barzano`

In realtà già dal XV secolo, clima e paesaggio avevano iniziato ad attrarre le famiglie patrizie bresciane che in Franciacorta edificarono dimore di campagna con annesse cantine. Camignone raggiunse una notevole fama per i propri vini fin dal 1600 come certifica il “Catastico bresciano” del 1609 che alla voce Camignone attesta “li terreni sono buoni de quali si cava perfettissimi vini”.

Qui i Barzanò dal 1836 portano avanti la valorizzazione di un territorio, diventato sinonimo di bollicine d’autore, con i loro 39 ettari a corpo unico, concentrati nell’anfiteatro morenico a sud-est del lago d’Iseo, che garantisce escursioni termiche e ventilazione ideali per la qualità dei grappoli di Pinot Nero, Pinot Bianco e Chardonnay, radicati su terreni sassosi, ricchi di preziosi minerali.

Il successo odierno di Mosnel si deve ad una donna straordinaria, Emanuela Barboglio Barzanò che rimasta orfana a soli 18 anni seppe trasformare l’azienda agricola di famiglia, intuendo, grazie anche ai consigli dell’amico Guido Berlucchi, le potenzialità spumantistiche dell’area.

La signora Barboglio, scomparsa nel 2007, è stata di fatto la fondatrice dell’azienda, elevandone la tradizione vitivinicola risalente addirittura al 1836 e lo ha fatto in chiave rigorosamente qualitativa sul finire degli anni ’60, sposando al contempo anche l’arte delle bollicine dell’allora nascente Doc Franciacorta. E abbandonando uno spumante di grandissimo successo per Il Mosnel come il Pinot di Franciacorta Metodo Charmat, scelta di “consorzio” che le fa onore in un’ottica di profetica visione di quello che sarebbe diventato il marchio turrito delle bollicine metodo classico.

La quinta generazione di Barzanò, appunto Lucia e Giulio, hanno saputo raccogliere la sua eredità innovatrice, mantenendo il rigore produttivo in vigna come in cantina, introducendo la coltivazione biologica e ampliando l’accoglienza enoturistica.

Filari di vigneti annunciano l’elegante cancello d’ingresso che si apre su una tipica cascina lombarda del ‘600, borgo agricolo a più corpi via via diventati area di vinificazione.

Al piano superiore le sale riservate alle degustazioni con le finestre esterne che inquadrano la villa ottocentesca, tuttora residenza familiare, e il magnifico giardino all’inglese in cui svetta un maestoso cedro del Libano di circa 300 anni.

Le scuderie si sono trasformate in parte nella barricaia dove maturano le singole particelle che andranno a formare le cuvée mentre in un corpo attiguo gli antichi archi in mattoni incorniciano impressionanti pareti di bottiglie, pazientemente ordinate ad affinare, come il Pas Dosé Riserva QdE, prodotto solo nelle annate migliori o l’Extra Brut Millesimato EBB, da sole uve chardonnay, dedicato ad Emanuela Barboglio Barzanò.

«Un Franciacorta da intenditori, capace di raccontare l’amore di nostra madre per questa terra», parole con le quali Lucia e Giulio Barzanò arano il campo in cui seminare la prossima generazione di bollicine firmate “Il Mosnel”.

Per informazioni:
www.villamatilde.it
www.mosnel.com

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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