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Cantina Sant'Andrea esalta i vini del Basso Lazio

Non solo un'azienda vinicola storica e dalle origini internazionali, ma una realtà che ha puntato anche sull'accoglienza agrituristica, portando in tavola piatti tipici del territorio

di Mariella Morosi
 
28 giugno 2022 | 15:37

Cantina Sant'Andrea esalta i vini del Basso Lazio

Non solo un'azienda vinicola storica e dalle origini internazionali, ma una realtà che ha puntato anche sull'accoglienza agrituristica, portando in tavola piatti tipici del territorio

di Mariella Morosi
28 giugno 2022 | 15:37
 

Da vignaioli di zibibbo a Pantelleria, a fine '800, fino in Tunisia e poi, emigranti di ritorno, dalla Sicilia a Borgo Vodice di Terracina (Lt) dove oggi la Cantina Sant'Andrea della famiglia Pandolfo è un modello di qualità e di accoglienza. Un itinerario contorto ma sempre legato alla terra quello che avuto come protagoniste quattro generazioni, segnato dalla necessità ma anche dal caso, e sempre ricominciando da zero.

Fino all'approdo sognato, nelle Terre Pontina del Basso Lazio, ed oggi l'orgoglio di una realtà vitivinicola affermata con agriturismo e ristorazione di alto livello. Dall'isola siciliana - racconta Andrea - partirono per la Tunisia dove fondarono gelateria siciliana e una fiorente azienda vinicola. Grandi navi portavano i loro mosti in Francia ma poi ecco una battuta d'arresto per la filossera, superata fino ad una nuova prosperità. Tutto poi fu troncato nel 1964 dalla nazionalizzazione dell'allora presidente Bourghiba e senza nulla - una valigia, pochi oggetti e un pianoforte - furono emigranti di ritorno in patria in cerca di fortuna.

Pranzo in cantina Cantina S.Andrea esalta i vini del Basso Lazio

Pranzo in cantina
 

La svolta dopo un periodo difficile

Le promesse di nuove terre non furono mantenute, la numerosa famiglia dovette dividersi e la diaspora fu inevitabile e dolorosa. Finalmente la terra promessa arrivò nella zona della bonifica della Pianura Pontina. Una piccola casa colonica e poca terra, con un futuro tutto da scrivere. Ma è proprio in quel piccolo podere al numero 1720 di via Renibbio nasce il seme della nuova storia con la scommessa sul vino, e l'ampliamento, ettaro dopo ettaro, della superficie vitata, gestita con rispetto e in modo il più possibile naturale.

Oggi la Cantina Sant’Andrea produce vini di qualità identitari del territorio, offre una esperienza di vita agricola tra oche, galline e arnie per il miele, promuove attività enoturistiche e anche accoglienza di livello con l'agriturismo frutto della ristrutturazione della casa originaria, e con un ristorante di alto livello guidato dallo chef Pasquale Minciguerra. La prima vera vendemmia risale al 1968 e a comprare il loro vino erano i vicini di casa. Per farlo conoscere un'abile mossa di marketing ante litteram fu quella di mettere vecchie botti sulla strada, per far capire che là si vendeva vino. Nasce così "La via delle botti" mentre “Seguire le botti” è l'insegna dell'agriturismo e del ristorante.

Lo staff della cantina Cantina S.Andrea esalta i vini del Basso Lazio

Lo staff della cantina
 

La realtà odierna

Oggi dai 27 ettari iniziali ereditati da nonno Giovanni l'azienda ne possiede 105, tra Aprilia, Sabaudia e Campo Soriano, di cui 50 nella Doc Circeo. Del milione di bottiglie l’anno il 40% va al mercato statunitense. Per una tradizione ereditata dal passato quando la famiglia vendeva il vino alla comunità ebraica di Tunisi, si produce anche quello kasher, sotto stretto controllo rabbinico in vigna e in cantina.

Significativa un'altra consuetudine nata col bisnonno Andrea: ogni sera si documenta in un diario la giornata lavorativa. Continuo e stretto il dialogo tra Gabriele e suo figlio Andrea (i nomi si ripetono di padre in figlio) che nel 1999 conquistò la sua laurea in Economia alla Bocconi con una tesi sul vino, frutto di un tour tra 25 tra le migliori aziende vitivinicole italiane, da Angelo Gaja in Piemonte alla siciliana Planeta. Tra le 15 etichette prodotte molto apprezzata è la linea Acquerelli che deve il suo nome a un'opera dipinta ad acquerello dedicata al territorio: tra questi l’Oppidum di grande complessità e freschezza, 100% Moscato di Terracina Doc, vitigno che prospera nell'argilla rossa di Campo Soriano insieme al Cesanese di Terracina, l’Aleatico e l’Abbuoto (o Cecubo).

Vini del Basso Lazio Cantina S.Andrea esalta i vini del Basso Lazio

Vini del Basso Lazio

Ma l'omaggio al territorio è anche sulle altre etichette: su Riflessi, Circeo Doc rosso e rosato, è riprodotta la chiesa della Sorresca che si riflette nel lago e su O Dune, Circeo Doc Bianco da Trebbiano e Malvasia, sono rappresentate le dune di Sabaudia. «L’idea - raccontano - è quella di regalare a chi acquista il vino oltre che il sapore di questa terra anche una sorta di cartolina». Altri vini di pregio sono il Sogno, rosso Igt da uve Merlot e Cesanese, il Capitolium, Moscato di Terracina Doc passito e il Riflessi rosé spumantizzato, fresco, fruttato, floreale, dal perlage fine e persistente.

Vigneti e vinificazione

Le vigne sono sia a tendone, alla vecchia maniera che a filari, secondo le varietà e le aspettative sul prodotto. Nelle zone pianeggianti e con terreno sabbioso vengono impiantate uve bianche, mentre le rosse sono in quelle collinari. Nei quattro appezzamenti , i vigneti più datati sono intorno all’azienda di Borgo Vodice: Trebbiano e Malvasia per il bianco nonché Merlot e Sangiovese per il rosso. Ad Aprilia si coltivano Merlot, Syrah, Cabernet, Sauvignon, Malvasia Puntinata e Chardonnay e altri vigneti sono nei pressi di Sabaudia e a Campo Soriano tra le rocce carsiche e argilla rossa, a 400 metri sul livello del mare.

La vinificazione è accurata in ogni fase e rispetta ed esalta l'evoluzione del frutto. Pressatura soffice, temperatura controllata e affinamento in acciaio per i bianchi mentre per i rossi la vinificazione è molto tradizionale macerazioni più o meno lunghe e poi barrique. Per il Sogno, Merlot e Cesanese, l'affinamento in botte grande dona profumi e note di mora, viola e marasca.

Pasquale Minciguerra Cantina S.Andrea esalta i vini del Basso Lazio

Pasquale Minciguerra

L'agriturismo

L'agriturismo ha 5 ampie camere e un salone comune, è nel verde di un grande giardino con un laghetto e col tempo bello si mangia sotto un pergolato mentre il ristorante occupa una parte della barricaia. Fu intesa a prima vista quella con lo chef Minciguerra, con la totale condivisione del progetto: credere nella unicità dei prodotti regionali e dar vita a una cucina che utilizzasse in gran parte quanto autoprodotto: vino e olio dop, conserve di uva, miele, e animali da cortile: galline ovaiole anatre, faraone, oche e quaglie.

L'ingresso dell'agriturismo Cantina S.Andrea esalta i vini del Basso Lazio

L'ingresso dell'agriturismo

«La mia più grande vittoria è poter spiegare ai clienti soddisfatti che hanno gustato solo prodotti laziali - dice Andrea - e la sfida è valorizzare ciò che la nostra terra ci dona, scoprirne le molteplici varietà, fare rete con i produttori locali». Si scoprono così eccellenze locali come i formaggi del caseificio dell’Agropontino Alveti & Camusi, con cui collabora per realizzare formaggi affinati al vino e un tipo a pasta rossa, in cui si aggiunge il vino direttamente nel latte, prima di cagliarlo.

Da Frosinone e Picinisco arrivano caprini e pecorini oltre al classico romano Dop, quelli di fossa e ai bronzi, oppure gli erborinati come il Blu di Valcomino, il Nero di Amaseno stagionato di bufala, le mozzarelle, il primo sale e le ricotte della casara Monica Macchiusi. Tutto è artigianale, dalla pasta di Lagano alla carne di bufala di Mastrantoni e le mani dello chef ne esaltano l'unicità. Minciguerra, napoletano, classe ’86 è arrivato con alle spalle varie esperienze, ma a Borgo Vodice si è totalmente reinventato sulla base della nuova realtà studiando per tre mesi con il titolare, senza fretta, il nuovo progetto.

Quindi conoscenza approfondita dei prodotti locali e affiatamento con il sous chef Alessandro Guratti e la nuova brigata. «Parto da tanti piatti di famiglia, che hanno radici nella cultura popolare - dice lo chef - e gioco con i sapori, sempre rispettando rigorosamente l’ingrediente e avvalendomi delle competenze tecniche acquisite». L'idea è ben espressa subito all'accoglienza, a tavola, col pane caldo fatto in casa e olio della monocultivar Itrana. Gli antipasti realizzati dal giovane Alessio Gabriele sorprendono per gusto e originalità.

Da provare l'Uovo cremoso alla carbonara, servito su una tavoletta di legno e con cucchiaio realizzato su misura, accompagnato da pan brioche, oppure il Carciofo con pecorino e cintarella bassianese, la Tartare di bufala al gusto di brace con uovo di quaglia, funghi cardoncelli e tartufo bianchetto di Rieti, la Pasta e patate, i Bottoni della nonna alla genovese in cui il gusto della cipolla viene alleggerito dall'arancia, serviti con spuma di pecorino e nocciola tostata.

C'è poi il Risotto cacio e pepe, la Battuta di bufala, pesto di agrumi e gel al vino Oppidum, a Zuppa di ceci della Tuscia, insaporita da salsiccia di bufala, pak-choi, un cavolo cinese ma di produzione laziale, e peperone crusco. Tra i secondi c'è Controfiletto di manzo, cicorietta, puntarelle e maionese di alici e le Polpette di agnello e pecorino, lenticchie, patate all’olio e misticanza.

La faraona è qui presentata in una scenografica preparazioni: il petto è cotto alla brace, la coscia glassata con il suo fondo, la sovra coscia in porchetta viene prima piastrata e poi finita al forno, un samosa è farcito da un ragù di faraona alla cannella e lo stesso riempie anche un raviolo servito in tazza con brodo di funghi; infine, l’aletta di faraona è panata e fritta.

Opera del pastry chef Francesco Imperatrice sono Il Babà, cremoso agli agrumi, gelato e crema inglese al liquore limone e cedro, il Semifreddo grappa Sogno, mandarino, mela e croccante alla mandorla, la Sette veli di cioccolato, un tronchetto stratificato con sette cioccolati, e un Tiramisu che è una vera e propria deliziosa scultura. I piatti di ceramica artigianale cambiano ad ogni portata, armonizzandosi con le forme e i colori di ciò che contengono. Due menu degustazione, da 6 e 8 portate, da 48 e 58 euro, consentono di apprezzare al meglio la filosofia di questo talentuoso chef ed è scontata la competenza della carta dei vini.

 

Cantina Sant'Andrea
strada del Renibbio 1720 - 04019 Borgo Vodice Terracina (Lt)
Tel 0773 755028

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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