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come con lo zar

Lo champagne è solo russo? Mosca resta senza Moet Hennessy

Il più importante gruppo vinicolo francese blocca le vendite di Champagne in Russia dopo la legge che obbliga a chiamarlo ‘spumante’ in russo perché importato. Insorgono tutti i produttori di Parigi

 
04 luglio 2021 | 09:03

Lo champagne è solo russo? Mosca resta senza Moet Hennessy

Il più importante gruppo vinicolo francese blocca le vendite di Champagne in Russia dopo la legge che obbliga a chiamarlo ‘spumante’ in russo perché importato. Insorgono tutti i produttori di Parigi

04 luglio 2021 | 09:03
 

A Mosca la politica nazionalista scherza col fuoco (il vino) e rischia di scottarsi (perdendo le bollicine più famose al mondo). Da tempo la Russia vuole valorizzare le sue produzioni di vino, fra cui molti spumanti, ma pretendere che si possano chiamare Champagne con traduzione russa solo quelle prodotte in Crimea è un po' troppo. È così i russi, parliamo dei più ricchi, potrebbero presto trovarsi sprovvisti delle loro bottiglie di champagne francese preferite: dopo che Moet Hennessy, leader mondiale nel settore dei vini ed alcolici di lusso, aveva subito interrotto per protesta le forniture alla Russia, anche il Comité Champagne disapprova questa normativa che non assicura ai consumatori russi un’informazione chiara e trasparente sull’origine e le caratteristiche dei vini e annuncia iniziative clamorose.

La questione nasce dopo che la Duma, il parlamento russo, aveva varato una controversa legge che impone a tutte le bollicine d'importazione l'etichetta in russo con scritto 'spumante', riservando la traduzione in russo di  'champagne' ('shampanskoe') solo ai vini di produzione nazionali. I francesi, ovviamente, contestano una norma che rimetterebbe in discussione più di vent’anni di colloqui bilaterali tra l’Unione Europea e la Russia sulla protezione delle denominazioni d’origine.

Lo champagne è solo russo? Mosca resta senza Moet Hennessy



Ma la parola Champagne resta in etichetta, non vale traduzione in russo...

In realtà, non dovrebbe essere poi un grande danno...  i vini di Champagne conservano infatti il diritto esclusivo di utilizzare il nome «Champagne» in caratteri latini sull’etichetta principale. La legge li obbliga a rinunciare al termine «Shampanskoe» - traduzione della parola Champagne in russo - e a riportare invece il termine «vino spumante» in caratteri cirillici sulla controetichetta. Solo i vini effervescenti russi avranno adesso il diritto di utilizzare il nome «Shampanskoe».

 Tanto basta però perchè
ci sia un allarmne degli importatori. Leonid Rafailov, direttore di Ast, distributore di punta di alcolici che lavora anche con Moet Hennessy, ha riferito ad esempio di aver ricevuto una lettera dalla società francese, che gli notifica la sospensione delle consegne. I dirigenti di Moet Hennessy in Russia hanno parlato di una misura "temporanea", in vista di una soluzione. 

Moet Hennessy è parte del gruppo del lusso LVMH ed è nota per brand come Moet & Chandon, Veuve Clicquot e Dom Perignon. I francesi sono molto gelosi del termine 'champagne', che può essere prodotto esclusivamente nell'omonima regione. Gli esperti del mercato degli alcolici in Russia hanno fatto notare che la legge è aperta a diverse interpretazioni, che la quota di Moet Hennessy è relativamente piccola e i clienti che possono permettersi lo champagne troveranno un sostituto facilmente.

«Se non avremo più Moet in Russia non ci sarà un colpo di Stato», ha ironizzato Vadim Drobiz, esperto del settore. Gli ha fatto eco la consulente Anna Chernyshova, che aiuta i suoi clienti a mettere in piedi collezioni di vini: «on sono sicura del perché il Parlamento abbia approvato una legge simile, così tanti funzionari governativi bevono champagne!».

Lo champagne è solo russo?Mosca resta senza Moet Hennessy


Il nome Champagne è protetto in più di 120 paesi. Il Comité Champagne sembra  determinato a portare avanti i dialoghi con le autorità russe per ottenere il diritto d’uso esclusivo del nome Champagne anche in traduzione russa sul territorio russo, ma framncamente sembra una battaglia con poche speranze.

 

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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