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Prosecco Rosè Doc millesimato extra dry: il nuovo nato di Giusti Wine

L’azienda trevigiana nata 20 anni fa nel Montello a Nervesa della Battaglia lancia Rosalia, che interpreta perfettamente il territorio e le sue uve: 90% Glera e 10% Pinot Nero

di Mariella Morosi
 
17 aprile 2021 | 16:54

Prosecco Rosè Doc millesimato extra dry: il nuovo nato di Giusti Wine

L’azienda trevigiana nata 20 anni fa nel Montello a Nervesa della Battaglia lancia Rosalia, che interpreta perfettamente il territorio e le sue uve: 90% Glera e 10% Pinot Nero

di Mariella Morosi
17 aprile 2021 | 16:54
 

«Il vino, come l'arte, è materia, colore, luce, appagamento dei sensi, follia e ragione, paziente ricerca e passione senza tempo». A dirlo è Ermenegildo Giusti della Giusti Wine, azienda trevigiana nata 20 anni fa nel Montello, a Nervesa della Battaglia. È una zona collinare circondata dall’alveo del Piave, una terra di biodiversità dove i vigneti si alternano ai boschi. Quello detto "dei Dogi" ha dato per secoli alla Serenissima i tronchi per le fondamenta di Venezia e per la sua flotta. Forse non ancora abbastanza valorizzata, è una zona di grande bellezza e con una storia di cui l'Abbazia di Sant’Eustachio è diventata un simbolo.

Rosalia il Prosecco rosè Doc millesimato extra dry Prosecco Rosè Doc millesimato Il nuovo nato di Giusti Wine

Rosalia il Prosecco rosè Doc millesimato extra dry

Vini più identitari e valorizzazione del territorio

Per questo Ermenegildo Giusti, tornato dopo lunghi anni trascorsi in Canada, ha portato avanti il progetto di fare vini più identitari e buoni possibile ma nello stesso tempo ha voluto valorizzare il territorio e la sua storia, sempre con l'imperativo della sostenibilità e credendo nell'etica del lavoro.

Emigrante di ritorno, ha fatto rivivere aree abbandonate e incolte, salvando dal degrado del tempo l'Eremo di San Girolamo, restaurando l'abbazia benedettina distrutta dalle cannonate austriache nella Prima Guerra Mondiale e restituendola alla comunità.

Una storia nata 20 anni fa

È grazie al grande fiume e alle sue alluvioni che queste terre rosse di natura carsica, ricche di ossidi di ferro e di argilla, danno caratteristiche precise ai vini del Montello. Per l'azienda trevigiana tutto cominciò 20 annifa con l'acquisizione di due ettari, oggi diventati cento, articolati in 10 tenute.

L’ultimo nato: un Prosecco Rosè Doc millesimato extra dry

È una storia di investimenti coraggiosi e di cuore che Ermenegildo Giusti ha raccontato in occasione della presentazione dell'ultimo nato della cantina: Rosalia, un Prosecco rosè Doc millesimato extra dry. Con lui, nell'incontro web condotto dalla giornalista Silvia Baratta di Gheusis, c'era l'enologa Graziana Grassini, con la stessa emozione e con la certezza di aver vinto una sfida.

Insieme hanno espresso la soddisfazione non tanto di aver creato un nuovo prodotto ma di aver saputo interpretare il contesto territoriale e le uve: 90% Glera e 10% Pinot Nero, di un clone particolarmente adatto alla spumantizzazione.

Produzione in 60mila bottiglie

Rosalia, prodotta in 60mila bottiglie nell'omonima tenuta della pianura del bacino del Piave, sorprende per sapidità, freschezza ed equilibrio, senza la secchezza che ci si aspetterebbe da un extra dry e con una vasta potenzialità di abbinamenti.

«Il lieve colore ramato - ha spiegato l'enologa - è frutto della maturazione sulla feccia. La stabilità del colore e dei profumi sono elementi importanti e questa tonalità è molto differente da quelle più accese degli altri rosè. Abbiamo messo a punto il vino fin dalla scelta delle uve, fermentando il Pinot Nero in rosso e, a fine processo, prima dell'avvio della malolattica che ovviamente non è avvenuta, l'abbiamo unito alla Glera, elevando i due vini insieme. Poi siamo passati alla spumantizzazione. Crediamo che Rosalia sia una riuscita espressione del rosè».

Del resto, Ermenegildo Giusti l'ha sottolineato: «Ho scelto Graziana perché unisce grazia femminile, determinazione toscana e sensibilità internazionale. Con questo vino ha dimostrato di aver interpretato il territorio, senza voler copiare nessuno: le uve devono esprimere quello che sono e il vino deve essere sempre il migliore che possiamo fare. È quanto ci richiede il mondo».

Il tetto riproduce l’andamento delle colline della Tenuta Ava Prosecco Rosè Doc millesimato Il nuovo nato di Giusti Wine
Il tetto riproduce l’andamento delle colline della Tenuta Ava

Attenzione severissima all’ambiente

Dai suoi vigneti sono banditi i diserbanti e i trattamenti ripetuti e invasivi.Moderazione anche per quanto ammesso dal biologico. «Il verderame – ammonisce - resta nel terreno per 400 anni. Anche noi coltiviamo in bio, ma nei vigneti di uve ibride, in cui crediamo molto, incroci con cloni resistenti a cui bastano non più di 3 o 4 l'anno. Grazie a questo da noi sono tornati dopo 30 anni sono i fagiani, le lepri, le pernici perché la natura si rinnova. La terra va rispettata, bisogna dialogarci».

Ricerca sugli autoctoni

Le energie dell'azienda continueranno a concentrarsi su queste basi e soprattutto nella ricerca, sugli autoctoni come l’Asolo e la Recantina, e sui Piwi, acronimo di Pilzwiderstandfähig (PI = Pilz = funghi, WI = widerstandsfähig = resistente). Dal 2015 ne è autorizzato l’impianto in Italia ed oggi Merlot Khorus, Cabernet Volos, Souvignon Nepis, Souvignon Rithos e Souvignier Grische occupano sei ettari.

Tra gli autoctoni molta attenzione è data alla Recantina,vitigno a bacca nera quasi scomparso 200 anni fa con l'arrivo di Napoleone. Anche se registrata nel Catalogo nazionale varietà di vite dal 2007, sopravviveva soprattutto nella memoria dei vignaioli e in alcuni vecchi filari dei Colli Asolani.

Non solo bianchi

Questa, infatti, è anche terra di grandi rossi. Ora qui recuperata e reimpiantata nelle Tenute Emily e Area Valentina, la Recantina si gode il suo riscatto. Ne è subito rimasta conquistata Graziana Grassini. «Sono arrivata a settembre - ha detto- e ho assaggiato le uve che mi hanno sorpreso per gusto e sapore. Grande è il potenziale del vitigno per la grande ricchezza estrattiva, i contenuti di antociani e tannini, le note fruttate e floreali speziate che possono derivare dall'affinamento in legno ma anche per una componente di erbe aromatiche. Ora la vendemmia 2020 è in affinamento, in legno da gennaio».

Ritorno a casa e alla terra

Giusti Wine nasce nel 2004,quando l'imprenditore trevigiano alla guida di un gruppo industriale in Canada, leader nel settore delle costruzioni nella West Coast, torna a casa, a Volpago del Montello, dove aveva trascorso l’infanzia e la giovinezza, riallacciandosi con le sue radici e alla sua famiglia, legata alla vitivinicoltura dal 1600. Con un complesso piano di investimenti le tenute sono diventate dieci in 100 ettari: sette in collina (Abbazia, Amelia, Ava, Aria Valentina, Maria Vittoria, Emily e Sienna), e tre nella pianura (Rosalia, Rolando, Case Bianche). «Ho avuto molta fortuna e volevo costruire qualcosa in Italia, mi sentivo in dovere di farlo per ringraziare la mia famiglia e il mio Paese per tanta fortuna. Il vino, sì, bisogna farne il migliore possibile e farlo conoscere al mondo, ma è vitale che la sua terra e il paesaggio siano in armonia con la natura e la storia».

Azienda virtuosa sotto tanti punti di vista

Alcune lauree honoris causa di atenei italiani e americani ne hanno riconosciuto l'impegno in questa vasta area sottoposta a tutela ambientale. L'azienda tende al ripristino della vegetazione arborea originale, alla cura dei boschi e alla tutela delle acque, la viticoltura è studiata per ridurre al minimo l'impatto ambientale e le vecchie vigne vengono sempre recuperate per non perderne il bagaglio storico e varietale. Tutto questo accompagnato dalla produzione di energia da fonti rinnovabili.

Enoturismo di lusso al Country House Abazia

L'obiettivo è anche quello di attrarre il visitatore, coinvolgendolo in un'esperienza speciale, trainata da un calice di vino. Per questo Giusti Wine offre una formula di ospitalità alta, come nella Country House Abazia, al centro di uno dei vigneti più belli dell’intera denominazione Asolo Prosecco Superiore e Montello, con possibilità di svolgere convention. Nel sotterraneo è stata ricavata una barricaia, dove riposa uno dei vini icona di Giusti Wine, l’Umberto.

Enoturismo di lusso al Country House Abazia Prosecco Rosè Doc millesimato Il nuovo nato di Giusti Wine
Enoturismo di lusso al Country House Abazia


Ma ci sono anche altre dimore come Case Rolando e Villa Maria Vittoria circondate da vigneti. Tutto ruota intorno al miracolo del vino e di chi lo fa partecipando a lavoro in vigna, alla vendemmia, al processo di vinificazione e alle degustazioni guidate.

Nella Tenuta Sienna, dove si coltivano uve destinate a diventare Asolo Prosecco Superiore, c'è la cantina, nuovissima e integrata nel paesaggio della pianura alluvionale, che si sviluppa in 5 piani che si spingono sino a 8 metri sotto terra. Il tetto riproduce l’andamento delle colline della Tenuta Ava. Solo per ottenere le autorizzazioni ci sono voluti 2 anni, altri 5 sono durati i lavori e l'investimento è stato di 5 milioni di euro. La firma è dell'architetto Armando Guizzo.

Un polo che unisce turismo enogastronomico e culturale

È stato creato così un polo che unisce il turismo enogastronomico a quello culturale, collegando al percorso di visita dalla cantina all’Abbazia di Sant’Eustachio, dove nel '500 Monsignor Della Casa scrissi il suo famoso Galateo. A poche centinaia di metri, nel sotterraneo della Tenuta Abbazia, si trova la barricaia dove riposa per trenta mesi in barrique di rovere l’Umberto I Igt, il taglio bordolese, fiore all'occhiello della Giusti Wine. Blend di Merlot e Cabernet, vitigni internazionali introdotti da Napoleone, è dedicato al nonno di Giusti.

Tanti vini, un territorio

L'Asolo Prosecco Superiore Docg Extra Brut, Brut, Extra Dry da Glera dei Colli Asolani, è simbolo del territorio, oltre alla new entry Rosalia, poi c'è l' Augusto Recantina Doc Montello, Recantina in purezza e l'Antonio Igt Rosso del Veneto.
In Valpolicella classica si produce Amarone con le migliori varietà Corvina Veronese, Corvinone e Rondinella, il Sant’Eustachio Bianco Veneto Igp – Il primo vino dell’azienda a utilizzare il vitigno ibrido Sauvignon Nepis in blend con lo Chardonnay e l’Incrocio Manzoni, nato alla Scuola Enologica di Conegliano nel 1924.

Non potevano mancare, in terra veneta, i distillati come la Grappa, prodotta fin dal '600 a Venezia dalla corporazione degli Acquavitai e la cantina Giusti rende onore al territorio con una selezione dedicata: Acquavite di Vinaccia Giovane, Acquavite di Vinaccia Barrique e Acquavite di Vinaccia Riserva.

Per informazioni: www.giustiwine.it

 

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