«Dopo la candidatura delle terre del Prosecco, che mi auguro sia realtà nel 2018, ora dobbiamo pensare a candidare anche la Valpolicella nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco. Dopo le Langhe e le Colline di Conegliano e Valdobbiadene, è giunto il momento di pensare anche alle colline veronesi della Valpolicella. I territori del vino sono un grande biglietto da visita del nostro Paese da spendere nel mondo».
Luca Zaia
Questo il nuovo traguardo lanciato dal presidente della Regione Veneto
Luca Zaia inaugurando a Verona la 51ª edizione del Vinitaly insieme al ministro
Martina e al commissario europeo Hogan. «Ma un’altra grande sfida si prospetta - ha sostenuto Zaia - quella ambientale della certificazione del prodotto e del vigneto. In Veneto ci sono già esperienze virtuose di autoregolamentazione, come la Doc del Prosecco, che ha deciso di non utilizzare più tre presidi chimici tradizionali. Vogliamo essere i primi a investire sulle varietà resistenti, su vitigni che non necessitano più di trattamenti anticrittogamici».
Le uniche due regioni che sono state autorizzate sulle varietà resistenti sono infatti il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. Tuttavia l’autorizzazione, così come attualmente normata, non è valida per le vigne a denominazione. «L’Italia - ha sottolineato Zaia - deve ripensare il sistema delle autorizzazioni e fare come negli Stati Uniti, in Germania, nella Repubblica Ceca, dove le varietà resistenti sono autorizzate a entrare nelle denominazioni d’origine».
Per informazioni:
www.consorziovalpolicella.it