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La Sardegna omaggia Giacomo Tachis “Uomo libero, sempre troverai il mare”

di Marco Di Giovanni
 
14 novembre 2018 | 16:42

La Sardegna omaggia Giacomo Tachis “Uomo libero, sempre troverai il mare”

di Marco Di Giovanni
14 novembre 2018 | 16:42
 

Non solo Toscana, non solo Sassicaia, Solaia e Tignanello: Giacomo Tachis, padre del rinascimento dell'enologia italiana, ha lavorato anche con Cantina Santadi, in Sardegna. E la stessa cantina gli ha reso omaggio.

Qualche cenno storico, prima di presentare la giornata in omaggio al celebre enologo, è necessario. Giacomo Tachis, dipendente per 30 anni nelle tenute Antinori, scomparso a inizio 2016, si spostò di tanto in tanto - e questo grazie al consenso del marchese Piero Antinori, peraltro presente alla giornata di celebrazione - anche in altre regioni e in altre cantine, tra le quali, appunto, Cantina di Santadi.

Una cantina, questa sarda, che nasce nel '60 ma che ai tempi, come ha ricordato per l'occasione il suo presidente, Antonello Pilloni, «vendeva il vino sfuso ai francesi per 80 lire al litro». Chiaro che dei passi avanti ne sono stati fatti, tra questi è giusto richiamarne due, assolutamente vitali: inizio anni '70, Pilloni parte del consiglio propone l'investimento nei vini certificati e una più attenta ricerca di qualità; 1984, l'arrivo e il lavoro di Tachis, e naturalmente il risultato a cui questo lavoro portò, il Terre Brune, etichetta di spicco della cantina.

(Giacomo Tachis e la Sardegna Uomo libero, sempre troverai il mare)

Giacomo Tachis, come in Toscana, in Trentino, in Sicilia e nelle Marche, diede un suo contributo anche qui, dunque, in Sardegna. Un contributo che non è stato dimenticato.

Istituzioni, nomi di spicco, autorità del mondo del vino e non solo: c'erano un po' tutti radunati nel cortile dell'azienda vitivinicola, peraltro appena ristrutturata e presentata al pubblico per l'occasione. Pilloni, con il consenso dell'amministrazione comunale e forte dell'appoggio della Regione Sardegna, ha intitolato proprio la via su cui si affaccia la cantina con il nome di Giacomo Tachis. Qualche parola sull'iter burocratico che si è reso necessario, poi qualche ringraziamento nel discorso di apertura del sindaco di Santadi, Elio Sundas; poi l'abbraccio commosso di Pilloni con Ilaria Tachis, figlia del celebre enologo.

Al convegno hanno partecipato figure di spicco in rappresentanza della Regione Sardegna e della vita di Tachis. Diversi interventi, ricchi di spunti, storia, aneddoti e risultati, per quella che è stata «una giornata importante per tutto il territorio - ha detto, introducendo i lavori della mattina, il sindaco Sundas - un momento cerimoniale ma anche un'occasione per un territorio bisognoso di eventi di questo genere. Siamo riconoscenti al dottor Tachis per quello che ha fatto».

Antonello Pilloni (Giacomo Tachis e la Sardegna Uomo libero, sempre troverai il mare)
Antonello Pilloni accanto al busto realizzato da Carlo Pizzichini

E Cantina Santadi, il Comune e la Regione hanno così "pagato il loro debito". Una targa e la cittadinanza onoraria prima, ora la via dedicatagli e un busto celebrativo, realizzato in bronzo dall'artista Carlo Pizzichini. «Non ho conosciuto personalmente Giacomo Tachis, nel realizzare il suo busto avevo sì come spunto una fotografia dell'artista negli anni d'oro, ma per rendergli giustizia ho voluto prima di tutto immaginare com'era, che persona fosse, cosa avesse lasciato, ciò che è stato in grado di far rinascere. Un vero uomo del Rinascimento».

(Giacomo Tachis e la Sardegna Uomo libero, sempre troverai il mare)

Dal Rinascimento enologico di Tachis han preso vita eccellenze, quelle eccellenze «tanto straordinarie da trasformarsi in tradizioni, in esperienze - questo l'incipit dell'intervento di Francesco Pigliaru, presidente Regione Autonoma della Sardegna - dobbiamo tutti prendere spunto da questo esempio di successo per replicarlo in tutto il territorio. Questa storia merita di essere conosciuta e raccontata perché venga così replicata in tutto il settore vitivinicolo e agroalimentare della regione. In questa storia c'è una lezione importante che insegna come controllare la globalizzazione, un fenomeno che presenta tanti rischi quante sono le opportunità a controbilanciarli. La globalizzazione si affronta puntando su eccellenze di cui solo noi disponiamo». Un esempio? Proprio il Carignano, vitigno del Terre Brune, un'eccellenza del territorio: «Bisogna avere consapevolezza dei propri punti di forza e investire in essi con coraggio e capacità di rischiare».

Come dicevo, due linee tematiche che continuamente si sono alternate durante il convegno: la Regione Sardegna e la vita di Tachis. Se Pigliaru si è così bene fatto portavoce della prima, è toccato al docente di Fisiologia naturale dell'Università di Pisa Amedeo Alpi prendere le redini della seconda. «Più che parlare di enologo, io son qui a parlare di un amico. Ho seguito Giacomo nel suo lavoro, un lavoro splendidamente riportato nel libro dedicatogli e che qui presentiamo».

Francesco Pigliaru, Amedeo Alpi e Piero Antinori (Giacomo Tachis e la Sardegna Uomo libero, sempre troverai il mare)
Francesco Pigliaru, Amedeo Alpi e Piero Antinori

Oltre alla nuova cantina, al busto, alla via e al ricordo di un uomo che ha cambiato le sorti del vino italiano, anche un libro, un'opera a dir poco mastodontica, che spazia dall'opera di Tachis da Antinori, dalle sue collaborazioni in altre cantine finanche riportando, al termine, ricette realizzate ad hoc dai grandi chef delle regioni in cui ha lavorato - da Roberto Petza per la Sardegna a Mauro Uliassi per le Marche fino a Vincenzo Candiano per la Sicilia - abbinate naturalmente ai vini da Tachis pensati e realizzati.

«Tachis era un enologo, certo, aveva tutta la cultura necessaria per farlo, ma aveva anche fatto pratica in cantina, un bagaglio che si è sempre portato appresso. Senza considerare il suo essere stato un bibliografo integerrimo: Tachis aveva una forte passione per la scienza, ma anche per la cultura greca e latina. Ricordo, una volta eravao insieme qui, in Sardegna, tra cantine... Una volta terminato il lavoro, Giacomo mi portò al Museo di Cagliari».

Coinvolgenti gli aneddoti su Tachis, aiutano, per chi non l'avesse conosciuto, a ricostruirsi l'immagine di una persona preparata, fedele al senso del dovere, appassionata e mai priva di senso dell'umorismo. A questo proposito, a suscitare l'acceso sorriso dell'intera platea, un ricordo di Piero Antinori, presidente onorario Marchesi Antinori: «Di Tachis ricordo, però, un difetto. Il suo modo di guidare. Appena entravamo in superstrada o in autostrada, cominciava accelerando, viaggiando a velocità... simpatiche, poi ad un certo punto frenava, senza nessuna ragione apparente, cominciando a procedere a 40 kn/h. Io dopo anni trovai il coraggio di chiedergli il motivo, e lui mi rispose "La velocità a cui vado cambia a seconda del vino a cui sto pensando"; insomma, se pensava ad un vino grintoso, forte, allora accelerava, al contrario se s'immaginava un vino debole, rallentava».

(Giacomo Tachis e la Sardegna Uomo libero, sempre troverai il mare)

Belle le parole spese da Piero Antinori, un uomo che con Tachis ha condiviso tanto: «Per me Giacomo è stato la Rivoluzione del vino italiano, dico così perché in quella fase storica in cui la qualità del vino ha primeggiato per importanza sulla quantità, Tachis non è stato solo interprete, ma assoluto protagonista».

«Si affibiava il nome di Mescolavin - parte, tra l'altro, del titolo del libro: Giacomo Tachis. Mescolavin. - o Minestraio del vino. Lo faceva perché un grande enologo, sempre alla ricerca della qualità, sempre attento a far sì che i vitigni sprigionino tutto il loro potenziale, al termine di tutto deve mettere mano. Il tocco dell'artista».

Un artista, un enologo, un amico... ma anche un padre. Ilaria Tachis, figlia di Giacomo e ora colei che ha in gestione l'azienda di famiglia, ha raccontato del padre, emozionata, ha ricordato soprattutto il suo legame con la Sardegna e l'amicizia "fraterna" con Antonello Pilloni. «Mio padre amava la Sardegna, un luogo che destava in lui grandi emozioni. Dai suoi prodotti tipici ai suoi vitigni. Prendiamo il Carignano, mio padre ne ha capito il potenziale, ci ha trovato una nobiltà di fondo, la stessa nobiltà delle persone che vivono in ques'isola».

Giacomo Tachis (Giacomo Tachis e la Sardegna Uomo libero, sempre troverai il mare)
Giacomo Tachis

Tanti altri gli interventi, dai suoi discepoli a coloro con cui ha collaborato in futuro, da Andrea Cappelli a Bruno Bruchi (rispettivamente autore e fotografo del libro), dal cuoco Roberto Petza del ristorante S'Apposentu fino a Stefano Mecocci, presidente della Fondazione ChiantiBanca. Tutti hanno reso il loro tributo ad un uomo che ha fatto molto per il vino italiano.

Una frase, una citazione che Tachis ripeteva sempre, secondo quanto detto da Amedeo Alpi, penso sia doveroso riportare qui per chiudere raccogliendo in poche parole la figura di un uomo carismatico, deciso e nel suo intimo rivoluzionario. È un verso di Baudelaire, dai Fiori del Male, che lui riadattava bene a sé stesso. Giacomo Tachis, "Uomo libero, sempre troverai il mare".

Antonello Pilloni (La Sardegna omaggia Giacomo Tachis Uomo libero, sempre troverai il mare)
Antonello Pilloni

Antonello Pilloni: Cantina Santadi e Giacomo Tachis
Ci ritagliamo qualche minuto con il presidente Pilloni, per ascoltare il suo punto di vista su quanto l'incontro con Giacomo Tachis abbia influenzato sulla storia della cantina, una cantina che «nasce nel 1960. Io ne sono diventato presidente nel 1976. Prima era una cantina in una situazione finanziaria preoccupante, dedita alla produzione e alla vendita di vino sfuso. Poi, piano piano, abbiamo iniziato a lavorare, a modernizzare la cantina, prima di tutto gli impianti viticoli, perché è noto che senza uva buona non si può fare vino buono. Siamo cresciuti».

Una crescita avviata dall'investimento ideologico di Pilloni nei '70, concretizzata con l'incontro, nel decennio successivo, con Giacomo Tachis. «Avevo domandato la possibilità di avere una consulenza con Tachis al Marchese Antinori, il quale mi concesse questa opportunità, gli sono infatti molto grato», tanto da averglielo ripetuto in più occasioni, ultima per il momento proprio il convegno in onore dell'enologo. «Senza Tachis Cantina Santadi sarebbe stata tutta un'altra cosa, sicuramente molto più povera di quanto è ora. Grazie a lui abbiamo prodotto il Terre Brune, un vino riconosciuto a livello mondiale».

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Cantina Santadi, dopo Tachis, non ha più smesso di crescere. 20mila mq di superficie, un diametro produttivo di 30 km e un export ora che supera il 50%: «Grazie al nostro export c'è un po' di Sardegna in tutto il mondo, e noi ne siamo fieri. I vini italiani sono in grado ormai di competere con i migliori vini francesi, e noi facciamo parte di quelle aziende che producono vini di alto livello e che onorano la Sardegna».

Per informazioni: www.cantinadisantadi.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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