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Tasting Lagrein 2019 Sul podio tre aziende altoatesine

Schmid Oberrautner, Kellerei Andrian e Kellerei Bozen sono le tre cantine premiate dalla degustazione comparativa che premia i migliori Lagrein nelle categorie Kretzer, Classico e Riserva.

 
18 ottobre 2019 | 09:45

Tasting Lagrein 2019 Sul podio tre aziende altoatesine

Schmid Oberrautner, Kellerei Andrian e Kellerei Bozen sono le tre cantine premiate dalla degustazione comparativa che premia i migliori Lagrein nelle categorie Kretzer, Classico e Riserva.

18 ottobre 2019 | 09:45
 

Kretzer, Classico e Riserva. Sono le tre anime di uno dei vini più identitari dell’Alto Adige che vede come protagonista unico in bottiglia uno dei suoi più famosi e amati vitigni autoctoni: il Lagrein. E anche quest’anno il palcoscenico d’onore dove svelare i vincitori dell’edizione 2019 del Tasting Lagrein Award non poteva che essere la Fiera di Bolzano dove è appena terminata la 16ª edizione di Autochtona, il forum dedicato ai vini autoctoni italiani, e dove si sta svolgendo Hotel, la fiera specializzata per hotellerie e ristorazione.

Le tre etichette premiate (Tasting Lagrein 2019 Sul podio tre aziende altoatesine)

Le tre etichette premiate (foto Marco Parisi)

A salire quest’anno sul gradino più alto sono, per la categoria “Miglior Lagrein Kretzer” il Südtirol Lagrein Kretzer 2018 dell’azienda Schmid Oberrautner; per la categoria “Miglior Lagrein Classico” il Südtirol Lagrein Rubeno 2018 dell’azienda Kellerei Andrian; per la categoria “Miglior Lagrein Riserva”, il Südtirol Lagrein Riserva Taber 2017, dell’azienda Kellerei Bozen.

Foto di gruppo dei vincitori (foto Marco Parisi) (Tasting Lagrein 2019 Sul podio tre aziende altoatesine)
Foto di gruppo dei vincitori (foto Marco Parisi)

Dopo aver selezionato i 12 finalisti, 4 per ognuna delle tre categorie in lizza, dopo una degustazione che ha preso in esame più di 70 campioni, sono stati svelati i nomi dei tre vini che hanno ottenuto il punteggio più alto nelle rispettive categorie. La degustazione comparativa, organizzata in collaborazione con il Consorzio Vini Alto Adige, si è svolta a Milano lo scorso mercoledì 11 settembre. Il panel, guidato come sempre dai giornalisti Pierluigi Gorgoni, coordinatore della sessione di degustazione, e Alessandro Franceschini, segretario del premio, ha visto la partecipazione di Angelo Carrillo (Quotidiano Alto Adige), Alessio Turazza (Gambero Rosso), Giorgio Cotti (enotecario e socio Vinarius), Han Sjakes (wino.sjakes.com, Entree Magazine), Simone Loguercio (Miglior Sommelier d’Italia 2018) e Matteo Pessina (Calicivivi).

«Una degustazione con concorso così ampia ed esaustiva al di fuori del contesto territoriale è un evento insolito e istruttivo che mette davvero a nudo il vino - commenta Angelo Carrillo, membro del panel di degustazione e Presidente del Tasting Lagrein 2019 - Il Lagrein ha svelato la sua doppia natura e la sua poliedricità: capace di stupire nella versione rosata, un tempo prevalente e oggi in fase di riscoperta, ha rivelato vini che non puntano solo all'immediatezza e alle percezioni primarie del frutto, ma anche a interpretazioni più complesse e non banali. Anche i Lagrein di annata - continua Carrillo - in molti casi si sono dimostrati non solo pronti, ma anche maturi. Vini da bere in un arco di tempo medio, ma ricchi e complessi, dove acidità e ricchezza estrattiva hanno mostrato la buona fattura dell’annata 2018.

Sorprendenti, infine, i Lagrein Riserva, con alcuni vini che nel mio personale carnet hanno toccato l'eccellenza. Nel complesso il 2016 si rivela un'annata importante con vini potenti e complessi cui non manca la giusta componente di freschezza che allieta la beva».

«Siamo anche quest’anno molto soddisfatti di Tasting Lagrein, una degustazione comparativa che ha il merito di donare il giusto palcoscenico e la meritata visibilità ad uno dei grandi vini rossi dell’Alto Adige, terra di ormai famosissimi vini bianchi - commenta Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige - Sia i vincitori che i finalisti di quest’anno ben fotografano un movimento sempre in grande fermento nella nostra regione e frutto di un gioco di squadra fondamentale per valorizzare la nostra piccola grande viticoltura di montagna».

Da sempre il connubio con il territorio dà forza anche ad Autochtona, nata e cresciuta a Bolzano, che anche quest’anno ha visto arrivare un pubblico numeroso e interessato ai vini in degustazione. Binomio che si è consolidato con il coinvolgimento di giornalisti e buyer provenienti da oltre 10 paesi al mondo che hanno visitato alcune cantine del territorio e con Vinea Tirolensis, la manifestazione dei vignaioli indipendenti altoatesini che si è svolta ieri.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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