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Ecco il 2020, anche all’estero si brinda con le bollicine italiane

Prosecco, Asti e Franciacorta se la contendono alla pari con lo champagne francese. Nel 2019 stappate nel mondo oltre 560 milioni di bottiglie italiane, con una crescita del 9% rispetto all’anno prima. Sulla base dei dati diffusi dall'Istat, Coldiretti prevede un valore dell’export pari a 1,6 miliardi di euro, mai così alto in passato.

31 dicembre 2019 | 14:35
Ecco il 2020, anche all’estero 
si brinda con le bollicine italiane
Ecco il 2020, anche all’estero 
si brinda con le bollicine italiane

Ecco il 2020, anche all’estero si brinda con le bollicine italiane

Prosecco, Asti e Franciacorta se la contendono alla pari con lo champagne francese. Nel 2019 stappate nel mondo oltre 560 milioni di bottiglie italiane, con una crescita del 9% rispetto all’anno prima. Sulla base dei dati diffusi dall'Istat, Coldiretti prevede un valore dell’export pari a 1,6 miliardi di euro, mai così alto in passato.

31 dicembre 2019 | 14:35
 

Il 2020 inizia nel migliore dei modi per il settore delle bollicine italiane: alla mezzanotte del 31 dicembre salgono ad oltre 560 milioni le bottiglie di spumante stappate all’estero nel 2019 con il record storico dei brindisi Made in Italy, grazie all’aumento del 9% rispetto allo scorso anno.

Mai come nel 2019 si è brindato tanto nel mondo con lo spumante italiano (Ecco il 2020, anche all’estero brindisi con le bollicine italiane)

Mai come nel 2019 si è brindato tanto nel mondo con lo spumante italiano

A rivelarlo è una stima effettuata dalla Coldiretti in occasione del Capodanno, dalla quale si evidenzia che a fine anno per il 2019 sarà raggiunto per la prima volta il record storico dell’esportazioni all’estero per un valore di circa a 1,6 miliardi, sulla base delle previsioni sui dati Istat.

Fuori dai confini nazionali i consumatori più appassionati sono gli inglesi che non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit e sono nel 2019 il primo mercato di sbocco delle spumante italiano con le bottiglie esportate che fanno registrare un aumento del 7% nelle vendite, mentre gli Stati Uniti sono al secondo posto con un balzo dell’11% pur in presenza di tensioni commerciali e timori collegati ai dazi, mentre in posizione più defilata sul podio si trova la Germania – spiega la Coldiretti – che rimane il terzo consumatore mondiale di spumante italiano ma che con la frenata dell’economia tedesca paga un calo dell’8% rispetto all’anno precedente.

Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo ci sono tra gli altri il Prosecco, l’Asti e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese, tanto che proprio sul mercato transalpino si registra una crescita record delle vendite del 30%. Ma lo spumante italiano – aggiunge la Coldiretti – piace molto anche nel Paese di Putin, visto l’incremento del 17% in Russia nonostante le tensioni causate dal perdurare dell’embargo su una serie di prodotti agroalimentari Made in Italy. E un aumento in doppia cifra si riscontra anche in Giappone, con +37%.

Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesa però la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall’Europa dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. All’estero – conclude la Coldiretti – finisce circa circa il 70% della produzione nazionale di bollicine.

L’andamento della domanda è positivo anche in Italia dove con le feste di fine anno verranno stappate 74 milioni di bottiglie, con un aumento dell’8% rispetto allo scorso anno, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea-Uiv. In crescita tutte le principali denominazioni, da quelle con metodo classico, come Trento, Oltrepò Pavese e Franciacorta a quelle a metodo italiano, come Asti e Prosecco o provenienti dalle altre regioni che in questi ultimi anni hanno visto un aumento significativo delle produzioni di bollicine, dall'Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana, Marche, Lazio e Umbria.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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