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Caffè, cialde meglio delle capsule Rispettano la salute e l’ambiente

Il vero caffè espresso italiano, per definirsi tale, deve essere estratto da macchine professionali a 9 bar di pressione e, tra cialde e capsule, solamente le prime possono garantire questo prerequisito

Cristiano Canali
di Cristiano Canali
30 agosto 2017 | 18:04

Da anni gli appassionati di caffè espresso si trovano a fare i conti con cialde e capsule, due metodi di confezionamento monodose apparentemente simili ma, in realtà, profondamente differenti. Gli esperti e i cultori della bevanda più amata dagli italiani hanno oggi tutti gli elementi a disposizione per emettere un unico, incontestabile verdetto: le cialde battono le capsule sotto ogni punto di vista. Il vero caffè espresso italiano, per definirsi tale, deve essere estratto da macchine professionali a 9 bar di pressione e, tra i due tipi di confezioni, solamente le cialde possono garantire questo prerequisito tanto essenziale quanto furbescamente ignorato da alcuni grandi marchi nazionali.

Caffè, cialde meglio delle capsule Rispettano la salute e l’ambiente

La perfetta quantità di caffè necessaria a garantire un espresso a regola d’arte è di 7 grammi, dose rispettata senza problemi dalle cialde ma, a volte, non raggiunta dalle capsule (in commercio se ne trovano alcune con 5 o 6 grammi). Oltre al fattore “qualità”, sono emersi nel tempo due grandi problemi legati all’uso delle capsule nell’industria del caffè e rientrano pericolosamente nelle categorie “ambiente” e “salute”.

Le capsule in plastica e alluminio sono difficilmente smaltibili: nel 2016 la città di Amburgo, in Germania, le ha vietate per legge in tutti gli uffici pubblici all’interno di un piano di riduzione dell’inquinamento ambientale. I primi esemplari di capsule bio esistono già, ma le cialde a filtro carta interamente compostabili e biodegradabili rappresentano da anni la soluzione più ecologica in commercio.

Caffè, cialde meglio delle capsule Rispettano la salute e l’ambiente

Anche in ambito “salute” le capsule escono piuttosto male dal confronto: durante il confezionamento e l’estrazione ad alta temperatura, il caffè entra inevitabilmente in contatto con plastica e alluminio, correndo il rischio di essere contaminato da agenti chimici dannosi per l’uomo. Un recente studio condotto in collaborazione con il Cnr da Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia all’Università degli Studi di Padova, ha evidenziato una piccola presenza di ftalati in tutte le capsule di caffè testate, incluse quelle realizzate con materiale biodegradabile. Benché le concentrazioni rilevate rientrino nei limiti consentiti, è bene ricordare che svariate ricerche internazionali hanno indicato gli ftalati come importanti responsabili dell’aumento dell’infertilità maschile negli ultimi decenni.

Senza alcun dubbio, quindi, il consumo di caffè in cialde biodegradabili è la scelta migliore per chiunque pretenda massima qualità e zero problemi.

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