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TripAdvisor, il Don Lisander di Milano pronto ad azioni legali collettive

Anche il ristorante Don Lisander di Milano sostiene la campagna #NoTripAdvisor ideata da Italia a Tavola e si dichiara disponibile a partecipare ad azioni collettive per via legale, contro anonimato e false recensioni. Da parte sua il direttore Alberto Lupini ribadisce la necessità di lavorare insieme per bloccare le false recensioni

10 agosto 2015 | 10:55
TripAdvisor, il Don Lisander di Milano
pronto ad azioni legali collettive

È una “battaglia” che può essere vinta solo unendosi in forti azioni collettive quella contro TripAdvisor e il suo discutibile sistema di false recensioni online. Lo ribadisce Stefano Marazzato, titolare del ristorante Don Lisander di Milano, che in una lettera indirizzata al direttore di Italia a Tavola Alberto Lupini, annuncia la sua volontà di partecipare ad azioni collettive contro TripAdvisor, a partire dall’adesione alla campagna #NoTripAdvisor promossa dalla nostra testata per combattere l’anonimato e le false recensioni sul web. Il principio alla base dell’iniziativa di Italia a Tavola è chiaro: la trasparenza sul web è un atto dovuto sia nei confronti del consumatore sia verso tutti i ristoratori onesti, ingiustamente diffamati.



Tutto ha un limite, figuriamoci gli imbrogli di conosciutissimi siti web… E dopo anni in cui Italia a Tavola denuncia recensioni e classifiche “tarocche” pubblicate sul portale americano, vendite illecite di commenti positivi da parte di fantomatiche società benefattrici, e accordi “salva faccia”, il direttore Alberto Lupini annuncia che si sta costituendo un team di avvocati pronti a sostenere le cause di chi ha subito le calunnie di TripAdvisor.

Riportiamo di seguito la lettera di Stefano Marazzato, seguita dalla replica del direttore di Italia a Tavola.


Egregio Dott. Lupini
mi permetto di scriverle per complimentarmi con Lei per lo splendido editoriale riguardante TripAdvisor pubblicato sul numero di luglio/agosto 2015. Non solo mi trova d'accordo, anzi le confermo che stavo cercando sostenitori per la stessa battaglia che lei sta onorevolmente portando avanti.
 
Come titolare di ristorante, il Don Lisander di Via Manzoni a Milano, mi sono trovato a dover combattere con recensioni palesemente false e diffamatorie tanto che ho telefonato alla sede centrale di Londra minacciando querele e azioni legali.
 
Io, come lei e tanti altri colleghi del settore, siamo davvero stufi di questo portale che non controlla la veridicità delle pubblicazioni e si nasconde dietro la frase “non siamo responsabili” di ciò che gli utenti scrivono. Io invece ritengo che siano responsabili del danno di immagine e del danno economico che arrecano agli esercenti e che per questo debbano essere chiamati in causa.

Infatti, se il commento negativo, anche diffamatorio, fosse pubblicato sulla pagina personale Facebook o Instagram dell'utente/cliente, sarebbe un'opinione personale e nulla di più. Dal momento che TripAdvisor si fa promotore e cassa di risonanza dei commenti, deve necessariamente essere considerato corresponsabile e quindi citato in giudizio qualora ci siano commenti falsi e chiaramente diffamatori.
 
Sono a sua disposizione per una chiacchierata. Nel frattempo le chiedo la cortesia di inviarmi gli adesivi #NoTripAdvisor che esporrò con vivo interesse.

Cordialmente
Stefano Marazzato

Qui di seguito la risposta del direttore di Italia a Tavola.


Caro Marazzato, la sua mail è un esempio, fra i più puntuali e circostanziati, che riceviamo quasi ogni giorno. Sempre più ristoratori e albergatori ci segnalano il loro disagio e scelgono di aderire alla nostra battaglia di civiltà per segnalare la loro correttezza ed onestà, partendo dal l'impegno a non agire per taroccare i commenti su TripAdvisor.

Lei inserisce l'ormai inderogabile necessità di tutele legali rispetto ad un sistema che cresce ed ingrassa sulla falsità e la maldicenza. Da tempo avevamo posto questo problema alle associazioni di categoria che a vario titolo hanno però preferito scegliere altre strade.

La questione però è oggi più che mai urgente e dopo la vergognosa sentenza del Tar del Lazio che ha cancellato la sanzione dell'Authority (facendo dell'Italia un Paese senza tutele per chi è oggi offeso e colpito da concorrenza sleale sul web) riteniamo che sia giunto il momento di scegliere con decisione la via della tutela legale.

In proposito le posso anticipare che stiamo costituendo un pool con alcuni avvocati che da tempo sono impegnati (anche con successo) contro TripAdvisor per difendere il diritto di libera impresa di ristoranti ed hotel. Class action e difese collettive saranno gli strumenti con cui agire anche per affrontare cause che comportano onerose citazioni per un soggetto che ha sede negli Usa.

Sarà importante contare su operatori qualificati e autorevoli come lei per rappresentare al meglio un settore oggi di fatto indifeso. Al rientro delle ferie sarò lieto di poterla incontrare e concordare con lei qualche iniziativa che sia forza alla categoria.

Ps. Per le vetrofanie chiedo a lei come a moltissimi altri colleghi di pazientare fino alla ripresa post ferie stante che il nostro personale amministrativo è in questo periodo in ferie. Intanto per compilare form CLICCA QUI.

Alberto Lupini

Il numero dei ristoratori e gestori di strutture ricettive che sceglie di esporre la vetrofania #NoTripAdvisor cresce ogni giorno di più, e fa ben sperare anche l'appoggio dei vertici a livello locale della Confcommercio di Verona e di Genova. Ma la nostra battaglia non si ferma qui, e per questo motivo invitiamo tutti i ristoratori o consumatori vittime di casi di truffe o diffamazioni a raccontare la propria esperienza in modo da poter consolidare la causa che ci vede coinvolti e combattere definitivamente un sistema di recensioni distorto. Grazie alle numerose segnalazioni ricevute siamo stati capaci di smascherare il clima di terrore creato da TripAdvisor, in base al quale sembra che raggiungere una posizione alta nella classifica del sito valga molto di più che avere dei buoni giudizi sulle guide, ma c'è ancora molto lavora da fare per raggiungere gli obiettivi prefissati.

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