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Food Act, Martina gioca la carta della Cucina. Speriamo...

Alberto Lupini
di Alberto Lupini
direttore
03 agosto 2015 | 11:22

Il progetto è ambizioso e obiettivamente intelligente. Per la prima volta le istituzioni, coordinate dal ministero delle Politiche agricole, sembrano volersi muovere con decisione per fare della Cucina uno dei perni di un nuovo sviluppo virtuoso che abbini turismo e filiera agroalimentare.

Giusto ciò che da anni sosteniamo e auspichiamo. Non possiamo quindi che essere soddisfatti per un annuncio che conferma la qualità “politica” di Maurizio Martina. Immaginare un sostegno reale al settore fatto di semplificazione burocratica, adeguamento delle norme su assunzioni e stage, formazione, reti d’impresa o certificazione della qualità e della professionalità sono tutti aspetti assolutamente condivisibili e utili.

In tanto sforzo di novità e riforma c’è solo un neo, che non è di poco conto. Nell’elaborazione e nella condivisione dell’intero progetto è mancato il coinvolgimento del soggetto più importante: la Federazione italiana cuochi, unica realtà riconosciuta a livello istituzionale come rappresentante dei professionisti del settore, nonché l’unica che è da tempo impegnata per ottenere il riconoscimento e la certificazione della figura del cuoco.

Un errore e una dimenticanza che, siamo certi, il Ministro Martina saprà risolvere al più presto per dare dignità alle tante berrette bianche che in Italia e nel mondo sono rappresentanti e ambasciatori di una cultura e di un lavoro che non può identificarsi solo in poche decine di stellati i cui meriti sono indiscussi, ma non rappresentano altro che modelli di successo a cui magari ispirarsi. Speriamo che simili sviste dei consiglieri del Ministro non si ripetano più, salvo vanificare da subito un progetto che da troppo tempo aspettavamo.

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