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Ilario Vinciguerra, Premio IaT 2013 «Una formula geniale ed efficace»

di Andrea Radic
29 dicembre 2017 | 09:50

Ilario Vinciguerra, vincitore nel 2013, sottolinea la serietà e l'efficacia del sistema di voto: «Un modo per essere davvero conosciuti da appassionati, clienti e addetti ai lavori», oltre alla classe dell'evento di premiazione, che lo ha visto sul palco come primo nella sezione Cuochi e Personaggio più votato dell'anno.

Il cuoco stellato Ilario Vinciguerra, patron dell'omonimo ristorante a Gallarate (Va), è un grande sostenitore del Premio Italia a Tavola (per votare CLICCA QUI). Con l'edizione di quest'anno, la decima, sostenuta dai main sponsor Grana Padano, Pentole Agnelli e Trentodoc, in meno di due settimane hano già votato oltre 78mila utenti della rete. Nella categoria speciale dei "Campioni", in cui Vinciguerra è nuovamente candidato insieme a tutti i vincitori del sondaggio dal 2008 sino ad oggi, il pubblico lo sta sostenendo con circa 3.700 preferenze, garantendogli il posizionamento nella top ten provvisoria. Vedremo se entro l'11 febbraio, termine del sondaggio, riuscirà a guadagnare il podio.

Ilario Vinciguerra (Ilario Vinciguerra, Premio IaT 2013 «Una formula geniale ed efficace»)
Ilario Vinciguerra

Ilario, siamo giunti alla decima edizione.
Sicuramente un premio geniale nella forma, perché a votare sono gli appassionati, i clienti, gli addetti al settore, la gente in generale, e i risultati sono strabilianti, come è accaduto a me quando vinsi superando nomi di personaggi noti anche in televisione. Il sistema del premio è molto realistico e molto serio, basato sulla gente vera. E negli anni si è mantenuta questa attenzione affinché tutto si svolga correttamente, un controllo che nobilita il premio. Inoltre trovo l'evento conclusivo davvero eccezionale, unico, di altissima classe.

Dieci anni di premio, ma anche dieci anni nella tua professione.
Non guardo mai indietro, ma sempre avanti: il presente per me è già passato. In questi anni sono successe cose diverse e inaspettate, anche se personalmente mi sento sempre il ragazzo di Napoli partito per fare esperienza. Certo, ho avuto soddisfazioni professionali sia al ristorante che in televisione. Ma l'importante è avere umiltà e tenere sempre i piedi bene a terra per poter guardare al futuro.

Fra dieci anni dove ti vedi?
Spero al mare... A parte le battute, oggi bisogna avere obbiettivi a breve termine e poi ricalcolare i parametri. Le incertezze. I cambi delle regole del gioco non consentono di pensare a lungo termine, tutto è molto più rapido, più concentrato.

La votazione è online, tu sei "social"?
Tutto è importante, anche il web. Certo, sui social c'è tanta "fuffa", ma se guardi con occhio distaccato, i social servono e ti danno una mano per migliorare il tuo lavoro.

In quale campo la ristorazione può ancora crescere?
Nella costanza, dovremmo premiarla. Negli ultimi cinque, sei anni, tanti ristoranti sono saliti nelle guide, nelle critiche e poi sono spariti. Per questo la costanza è cosa seria e lo dimostra il fatto che i locali che funzionano sono quelli che sanno essere vere aziende, con i conti a posto e guidate con professionalità e serenità.

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