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Il Crea studia il futuro del grano Il rischio per il 2050 è la pasta scotta

09 febbraio 2018 | 17:40

Il Genomic Research Center del Crea ha creato in Emilia Romagna un campo di grano del frutto per studiare gli effetti dell’aumento di anidride carbonica sulla coltivazione e sulla resa del grano.

A pochi metri dal Po, a Fiorenzuola d'Arda (Pc), c’è un campo di grano dove l’aria che si respira e che respirano le piantine non è quella del 2018, ma del 2050, almeno per la parte di anidride carbonica che è di 570-600 parti per milione, ovvero la quantità attesa per la metà del corrente secolo. Qui il Genomic Reserch Center del Crea sta studiando gli effetti dei cambiamenti climatici sul grano per evitare agli italiani uno dei peggiori incubi: la pasta scotta.

(Il Crea studia il futuro del grano Il rischio per il 2050 è la pasta scotta)

Con dosi extra di anidride carbonica, infatti, la produzione aumenta, ma la qualità diminuisce, il grano duro contiene meno proteine, che nella produzione della pasta sono elemento fondamentale per cuocerla al dente, e soprattutto perde quantità di ferro e zinco. Per questo, proprio nella regione delle tagliatelle, si cerca di correre ai ripari grazie al rigore e la precisione degli scienziati del Crea: l’obiettivo della ricerca è capire come sarà la pasta che scoleranno i nostri nipoti.

«Qui - ha illustrato a Bruxelles presso AgriUe, Luigi Cattivelli, direttore del Genomic Research Centre - studiamo gli effetti del mutare delle condizioni esterne sulle piante e vediamo come agire, con il miglioramento genetico, per adattarle a queste nuove condizioni».

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