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Fabrizio Abbate, il cuoco artista promuove una cucina senza passaporto

Il cuoco meglio conosciuto come Don Fabrizio è l'autore di una cucina che trae ispirazione dalla tradizione mediterranea, ma che si lascia contaminare da sapori e culture internazionali, una cucina senza passaporto

22 maggio 2015 | 10:20

Fabrizio Abbate

L’arte della cucina italiana, meridionale e siciliana in particolare è famosa nel mondo e tanta scuola ha già fatto, insegnando come dentro una cucina classica come quella italiana si possano nascondere tradizioni e tecniche dal sapore internazionale. Partendo da questo presupposto, il 12 giugno prossimo, a Pirenopolis, città storica brasiliana dello stato di Goias, lo chef italiano di origini palermitane, Fabrizio Abbate (nella foto), in arte “Don Fabrizio” dal nome del suo ristorante a Arraial d'Ajuda - Porto Seguro (Brasile), presenterà un'aula show dal titolo “Una cucina senza passaporto”.

Da tempo Fabrizio Abbate produce una filosofia gastronomica al passo con i tempi e la sempre più presente globalizzazione. «È impossibile - dichiara Fabrizio Abbate - fermare il cammino delle merci e delle culture che è iniziato già 600 anni fa», così il cuoco motiva la sua teoria di una nuova gastronomia, che però affianca e dirige con l’esperienza di uno chef che viene dalla tradizione mediterraneo-siciliana, ovvero da una gastronomia le cui influenze la collocano ai primissimi posti di una cucina internazionale.

L’aula show che si è svolta nel teatro-cinema di Pirenopolis, si è conclusa con una degustazione dedicata a tutti i partecipanti.
«Uno chef come un pittore e scultore - afferma Don Fabrizio - pur rispettando la regionalità e lo Slow Food non può essere rinchiuso dentro la gabbia della nazionalità».

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