La vendemmia 2018 in Italia prevede una produzione complessivamente in aumento tra il 10 e il 20% con circa 47 milioni di ettolitri rispetto ai 40 milioni dello scorso anno, una tra le vendemmie più scarse del dopoguerra.
È quanto stima la Coldiretti in occasione del distacco del primo grappolo di uva nell’
azienda agricola Faccoli in via Cava a Coccaglio (Bs), in Franciacorta che come tradizione inaugura l’inizio della raccolta lungo la Penisola con la vendemmia delle uve Pinot e Chardonnay per la produzione di spumanti, le prime ad essere raccolte.
Un risultato praticamente in linea con la media dell’ultimo decennio che riapre però la tradizionale sfida per la leadership produttiva mondiale con un testa a testa tra Italia e Francia dopo il primato conquistato dal vino tricolore lo scorso anno.
Secondo le prime stime di Agreste, il servizio statistico del Ministero dell’Agricoltura francese, la produzione dei cugini d’oltralpe dovrebbe essere di 46,8 milioni di ettolitri, il 27% in più dello scorso anno, anche se con preoccupazioni per muffe e marciumi in Languedoc e a Bordeaux.
La vendemmia del 2018, per effetto delle piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio dell’estate, si allunga con un ritardo di circa una settimana rispetto allo scorso anno. In Italia le condizioni attuali fanno ben sperare per una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della vendemmia dipenderà molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre.
Da nord a sud della Penisola si parte tradizionalmente con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che prosegue a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si conclude addirittura a novembre con le uve di Aglianico e Nerello.
La produzione tricolore sarà destinata per oltre il 70% dedicata a vini Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola.
Sul territorio nazionale ci sono 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia che vanta lungo tutta la Penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.
La novità di quest’anno è il ritorno dei voucher in agricoltura dopo l’approvazione definitiva del
Dl Dignità che secondo potrebbe assicurare 25mila posti di lavoro occasionali a studenti, disoccupati, cassintegrati e pensionati durante la vendemmia che è il settore in cui sono stati in passato impiegati quasi la metà dei voucher agricoli.
Ora però occorre fare prestissimo per adeguare la procedura Inps affinché le novità sui voucher tanto attese dalle imprese viticole siano immediatamente disponibili ed evitare che la burocrazia rallenti o addirittura vanifichi gli sforzi fatti dal Governo e dal Parlamento.