Ferrero, dalla Nutella al mercato dei gelati confezionati

Il Gruppo italiano conosciuto il tutto il mondo per dolci e biscotti, fa il suo ingresso nel settore dei gelati confezionati che, solo in Italia, vale 1,9 miliardi di euro. Cinque le nuove referenze nel canale Gdo

13 aprile 2021 | 17:42
Il Gruppo Ferrero entra nel mercato dei gelati confezionati lanciando una nuova gamma di stecchi brandizzati Ferrero Rocher (nelle versioni Classic e Dark), Raffaello ed Estathé Ice (per i ghiaccioli al gusto limone e pesca). In questo modo, dopo la Nutella, i dolci e i biscotti, Ferrero fa il suo ingresso in un settore che solo in Italia vale 1,9 miliardi di euro.


Dopo gli esperimenti, una distribuzione europea

La distribuzione delle cinque ricette distintive che, nel corso del mese di aprile, saranno presenti in tutti i canali della grande distribuzione. L'importanza dell'arrivo sul mercato di questi prodotti è sottolineata dal lancio internazionale degli stecchi che coinvolgerà contemporaneamente - oltre l'Italia - altri quattro Paesi europei: Francia, Germania, Austria e Spagna. L'obiettivo è quello di presidiare un settore più volte avvicinato dall'azienda italiana. Nel 2001, per esempio, fu lo stesso fondatore Michele Ferrero a fare i primi esperimenti. Successivamente, erano apparsi sul mercato i gelati Kinder; prodotti però da Unilever con cui Ferrero aveva siglato un accordo triennale.

Il nuovo tentativo è stato reso possibile dall'acquisizione delle spagnola Ice cream factory di Valencia e la scadenza del contratto con Unilever che permette così a Ferrero di giocarsi le proprie carte in autonomia. In questo modo, l'azienda punta a garantire ai consumatori, nel giro di pochi anni, un'offerta ampia (circa 20-25 referenze) e in linea con i prodotti di maggiore punta.

Il bilancio del 2020

Il documento di bilancio del Gruppo Ferrero per il 2020 ha registra un fatturato consolidato in crescita del +7,3% a quota 12,3 miliardi di euro. I dati, relativi alla chiusura dell'esercizio del 31 agosto, presentano quindi un miglioramento delle performance rispetto al 2019 (chiuso a 11,4 miliardi di fatturato) nonostante la pandemia.

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Alberto Lupini


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