Rustichella d’Abruzzo a Red laFeltrinelli Cibo e arte esaltano la Milano dinamica

“Pur riconoscendo che uomini nutriti male o grossolanamente hanno realizzato cose grandi nel passato, noi affermiamo questa verità: si pensa, si sogna e si agisce secondo quel che si beve e si mangia"

28 marzo 2018 | 12:50
di Guido Gabaldi
Chi l’ha detto? L’enfasi (e anche la supponenza) fa pensare a qualche eroico pensatore, follemente innamorato dell’arte e delle proprie convinzioni e difatti le parole sono di Filippo Tommaso Marinetti, fondatore di una delle avanguardie artistiche più controverse del secolo scorso: il futurismo.



Il Marinetti di certo non immaginava che un giorno un marchio noto a cuochi e gourmet di mezzo mondo, come Rustichella d’Abruzzo, con la sua pasta esportata in 70 nazioni diverse, l’avrebbe assunto come testimonial. E invece “A tavola con Marinetti” è proprio il titolo della serata milanese presso la grande libreria-bistrot Red laFeltrinelli, posta in piazza Gae Aulenti, che ha voluto celebrare il saper vivere e il saper mangiare degli italiani, ma ancor più degli abruzzesi, attraverso una cena/happening con musica, arte dei primi del Novecento e pasta Rustichella in primo piano.



Molti i riferimenti, volontari e involontari, al primo pranzo futurista tenutosi l’8 marzo 1931 presso la Taverna “Santopalato” di Torino, ma anche al Manifesto della cucina futurista, espressione del vizio incorreggibile di una scuola di pensiero che non perdeva una sola occasione per manifestare. Il documento programmatico conteneva, paradosso dei paradossi, un appello per l’abolizione della pastasciutta, definita “assurda religione gastronomica italiana”. Ah, questi geni veri o presunti: chi mai ha capito quando siano da prendere sul serio?



Impossibile, per contro, non accorgersi della serietà con cui i quattro cuochi, prescelti per la serata milanese, si sono dati al compito di preparare le pietanze: si è trattato di William Zonfa (1 stella Michelin, Magione Papale, L’Aquila), Martinš Sirmais (3 Pavaru Restorans, Riga), Cristian Di Tillio (Il ritrovo d’Abruzzo, Civitella Casanova) e Giuseppe di Mauro (executive chef Red laFeltrinelli). Due i formati di pasta in degustazione, gli Spaghetti 90’’ Rapida e i Paccherini alla frutta, due maniere innovative di venire incontro alle esigenze della ristorazione contemporanea.



Mentre gli Spaghetti, presentati da Zonfa a New York nel 2014, sono pensati per i locali che usano pasta precotta, e ambiscono a sostituirla con un salto di qualità, i Paccherini fanno esplorare nuovi territori e anticipare tendenze. Sono lavorati, infatti, con puree di frutta (kiwi, melograno, ananas, pesca & albicocca) e destinati a chi si lancia in abbinamenti insoliti. Ad esempio, una celebre ricetta di Zonfa presenta i Paccherini ai frutti di bosco accompagnati da un distillato di funghi porcini, una insalatina di asparagi, una crema di zafferano e una ricottina affumicata al ginepro.



L’evento ha fatto i conti non solo con tavolozze di sapori, bocconcini, finger food e pasta Rustichella d’Abruzzo, ma anche con i versi futuristi declamati dall’attrice Franca Minnucci, che ha intrattenuto la stampa e gli altri ospiti con la forza evocatrice dei sogni di modernità e accelerazione, tipici del primo Novecento.



Il momento musicale, affidato al maestro abruzzese Vincenzo Di Nicolantonio e al suo gruppo Work Music in Project, è stato dedicato alla reinterpretazione in chiave jazzistica di alcuni pezzi intramontabili, come “Estate” di Bruno Martino, “Nuvolari” di Lucio Dalla e “Bartali” di Paolo Conte.



Una serata da “tutto insieme”, dunque, e mi riferisco ad arti figurative e culinarie, letteratura, poesia, musica, e persino bibliofilia o bibliomania, visto che il pubblico seduto a tavola era circondato da una serie imponente di scaffali ed espositori, con libri di ogni genere. Forse un menu indigesto, con tutte queste portate? Dipende dallo stomaco dei commensali, che penso si siano adattati facilmente allo spirito futurista e frenetico della proposta di Rustichella d’Abruzzo e Red laFeltrinelli: se la serata voleva essere un inno alla vita accelerata e sorprendente delle metropoli come Milano, in cui il riposo statico è l’eccezione e l’innovazione continua la regola, il caleidoscopio di sensazioni era una scelta obbligata.

Per informazioni: www.rustichella.it

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Alberto Lupini


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