Vins Extrêmes, la viticoltura eroica dalla Valle d'Aosta a Pantelleria
Seconda edizione per Vins Extrêmes. Il 25 e il 26 novembre la viticoltura eroica sarà rappresentata al Forte di Bard, in Valle d’Aosta. Saranno presentati i vini provenienti da agricoltura praticata in contesti estremi
21 novembre 2017 | 10:00
di Gabriele Ancona
Stefano Celi, Alessandro Nogara e Roberto Gaudio
Alla presentazione milanese di questo evento unico Alessandro Nogara, assessore Agricoltura e Risorse naturali Valle d’Aosta, Roberto Gaudio, presidente Cervim (Centro internazionale per la viticoltura eroica), Stefano Celi, presidente Vival (Associazione viticoltori Valle d’Aosta). In sala anche Carlo Pietrasanta, presidente nazionale del Movimento turismo del vino partner di Italia a Tavola.
«Dal punto di vita vitivinicolo - ha annotato Alessandro Nogara - la Valle d’Aosta è un territorio impegnativo: gradoni, pendenze, vigneti a un’altitudine anche oltre i mille metri. Ma nonostante queste difficoltà, il 10% delle aziende presenti a Vins Extrêmes 2017 è gestito da giovani agricoltori. Un segnale importante». Le nuove generazioni, portando avanti una tradizione secolare, rappresentano una leva per incrementare il turismo. A fine ‘800 in valle erano circa mille gli ettari coltivati a vigna, ma ogni famiglia possedeva un appezzamento. Oggi sono 400 lavorati da cooperative e da una quarantina di aziende private. Un’enologia, certo di nicchia, ma di valore.
Nel corso di Vins Extrêmes si svolgerà la cerimonia di premiazione del 25° Concorso mondial des vins extrêmes organizzato da Cervim che, con l’occasione, festeggia i 30 anni di attività. «Una manifestazione - ha sottolineato il presidente Roberto Gaudio - che presenta numeri significativi. Vi hanno preso parte 740 vini, di cui 399 italiani, in gran parte frutto di vitigni autoctoni proposti da 306 aziende da 15 Paesi e, solo in Europa, da 40 regioni. Ben 220 le bottiglie premiate, il 30% dei vini in gara». Assegnate 7 Gran Medaglie d’Oro, di cui una all’Italia conquistata da un’azienda dell’Isola del Giglio, 110 Medaglie d’Oro e 103 d’Argento».
Al di là delle singole performance il concorso vuole promuovere e salvaguardare le produzioni di piccole aree di viticoltura estrema che si caratterizzano per storia, tradizione, unicità. Avamposti della biodiversità che corrono il rischio di scomparire a causa degli elevati costi di produzione: la coltivazione di un vigneto in queste zone costa dieci volte di più di uno in pianura. E se poi le condizioni meteo avverse penalizzano la vendemmia a livello quantitativo bisogna stringere i denti. Condizione che per questi vignaioli rappresenta la quotidianità.
La tre giorni di Bard sarà anche un momento di approfondimento e confronto. «A partire dalle degustazioni guidate a cura dell’Associazione sommelier Valle d’Aosta. Di grande interesse - ha puntualizzato Stefano Celi, presidente Vival - quelle che vedranno in parallelo i vini valdostani con quelli del vicino Vallese o i passiti, dalla Mosella a Pantelleria, e i vini delle piccole isole. Focus di spessore quello sui vini senza tempo di Porto, Madeira e Banyuls, località nel sud della Francia circondata da 6mila km di muretti a secco».
I laboratori del gusto metteranno sotto la lente formaggi e patate, salumi tipici e prodotti da forno valdostani. Tre anche le tavole rotonde. In primo piano la tutela e la valorizzazione della viticoltura eroica e dei suoi territori, l’enologia in queste aree difficili e il rapporto sinergico tra vino, turismo e comunicazione.
Per informazioni: www.vins-extremes.it
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