Food online, mercato da 500 milioni Settore in crescita del 27% nel 2015

02 agosto 2015 | 10:29
L'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm del Politecnico di Milano ha tracciato un bilancio dell’alimentare online illustrando le possibilità che l'eCommerce offre a venditori e clienti del settore. «Il comparto alimentare è nel 2015 uno dei settori più dinamici nel panorama dell’eCommerce B2c italiano», afferma Alessandro Perego, direttore scientifico degli osservatori digital innovation del Politecnico di Milano. «Crescono sia il grocery (spesa da supermercato), che nel 2015 supera i 200 milioni di euro, sia il food&wine enogastronomico, che sfiora i 260 milioni di euro».



Aggiunge Alessandro Perego: «Negli ultimi due anni sono diverse le insegne della grande distribuzione che hanno attivato iniziative di click&collect, con la possibilità di ordinare online e di ritirare presso il punto vendita. Anche nel food&wine enogastronomico rileviamo un certo fermento grazie all’intraprendenza di produttori, “presidi territoriali” (che valorizzano prodotti locali), retailer, enoteche e start up, come ad esempio nella vendita di prodotto fresco (soprattutto frutta e verdura), nella consegna del pranzo pronto a domicilio, e nella vendita di prodotti in nicchie molto specifiche. L'ingresso di Amazon non può che incrementare ulteriormente la vitalità del comparto. Ne beneficeranno anche le pmi del settore food, che con il marketplace potranno avere un ulteriore canale di accesso all’eCommerce e all’export online».

«Lo sbarco online del grocery italiano è in ritardo rispetto al resto d'Europa. Al contrario di altri settori, il grocery non è riuscito ad organizzarsi in maniera adeguata: dal nostro indice mensile che monitoriamo con Human Highway, negli ultimi tre mesi, gli acquisti online nell'alimentare rappresentano solo l'1,2%, fanalino di coda dell'intero eCommerce italiano», commenta Roberto Liscia, presidente di Netcomm - Consorzio del commercio elettronico italiano.

«Amazon oggi va a colmare un vuoto nell'offerta: velocità, puntualità, delivery sono stimoli per la piccola, media e grande distribuzione organizzata italiana che deve reimpostare la propria strategia distributiva. Inoltre - prosegue Roberto Liscia - l'offerta tipica dei prodotti Made in Italy continua a soffrire di una restrizione geografica, non solo nazionale ma anche regionale. Il food italiano deve trovare una strategia multicanale per poter uscire dai propri limiti geografici».

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Alberto Lupini


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