Frodi alimentari, sequestri per 4,4 milioni Fipe: «Esercenti vittime al pari dei clienti»

23 luglio 2015 | 16:23
Nei soli primi sei mesi del 2015, secondo i dati pubblicati sul Mipaaf ed elaborati dall’ufficio studi Fipe, le frodi agroalimentari hanno riguardato oltre 640 tonnellate di prodotti sequestrati per un valore di 4,4 milioni di euro. Di queste il 73% ha riguardato prodotti lattiero caseari e il 26% prodotti vitivinicoli. Cifre davvero consistenti e, quel che è peggio, in continuo aumento: nell’ultimo quinquennio il trend è cresciuto di quasi il 2% all’anno. «Cosa arriva sulle nostre tavole? Come facciamo a difenderci e, soprattutto, a difendere i nostri clienti? La frequenza con cui vengono svelate truffe alimentari preoccupa chi come noi, nella filiera agroalimentare, è a diretto contatto con il consumatore finale».



A lanciare l’allarme sul tema delle sofisticazioni alimentari è la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) per voce di Marcello Fiore, direttore generale: «Le pagine dei giornali sono piene di notizie relative a contraffazioni di vini e prodotti alimentari che ogni giorno arrivano sulle tavole degli italiani e nei bar e ristoranti, dove i clienti si aspettano di trovare la migliore qualità e il massimo della sicurezza. Dai recenti sequestri di cozze prive di certificazioni in Puglia, al vino “truccato” con acqua e zucchero a Bologna, per arrivare alla scoperta di tracce di pericolosi pesticidi su frutta e verdura: le minacce nei confronti del lavoro di esercenti e ristoratori si moltiplicano. Le forze dell’ordine non possono essere lasciate sole a contrastare il problema». E il problema non può ricadere neppure sulle spalle degli esercenti.

«I controlli - continua Marcello Fiore - debbono partire principalmente dalla testa della filiera, da parte dei produttori e dei distributori. Sulle partite alimentari è fondamentale lavorare sulla piena tracciabilità di prodotti e materie prime». La Fipe è sempre più impegnata nel supportare la preparazione professionale degli operatori e «i pubblici esercizi non possono fare investimenti per controlli che spetterebbero ad altri: serve maggiore collaborazione su tutto l’arco della filiera agroalimentare a beneficio della qualità e della sicurezza di ciò che consumiamo fuoricasa».

Sul piano concreto ecco i provvedimenti su cui la Federazione chiede sforzi maggiori: «Più controlli, tracciabilità delle materie prime, maggiore dialogo tra associazioni di categoria, costanti verifiche sui macchinari e sulle tecnologie produttive, definizione della provenienza e certificazioni nel rispetto delle normative del settore», conclude il direttore generale.

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Alberto Lupini


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