Gallicianò nel cuore dell'Aspromonte Volto della vera Magna Grecia

15 agosto 2017 | 16:30
di Andrea Radic
L’Aspromonte è un susseguirsi di colline, montagne, foreste, boschi, rocce, con le fiumare, secche in estate, che si introducono e ne segnano le valli. I piccoli paesi arroccati sui contrafforti rocciosi, case in pietra con muri a secco attorniate da piante di fico d’india, mandorli e alberi di fico. Luogo primordiale e affascinante, abitato da gente di carattere, orgogliosa del proprio territorio e delle sue tradizioni. Persone che innanzitutto offrono a chi giunge la propria ospitalità, legata alla parola greca “xenìa”, consegnando storie e informazioni che sommate alle emozioni e alle suggestive visioni paesaggistiche, consegnano numerosi motivi per giungere fin quassù.



Il viaggio per raggiungere Gallicianò (Rc) è, di per sé, ragione di intraprenderlo. La strada si inerpica tra tornanti e uliveti e porta subito in quota regalando panorami davvero mozzafiato sulla più bella valle dell’Aspromonte. Dopo l’ultima curva, ecco le case di Gallicianò, sono una manciata di tetti gettati sulle rocce, ma il complesso è suggestivo quanto un presepe.

L’antico borgo racchiude un raro gioiello, la chiesetta ortodossa della Madonna dei Greci. Un luogo unico e di altissimo valore storico e religioso, a Gallicianò infatti permane la lingua greca, parlata da tutti i circa quaranta abitanti. Il Borgo è anche città della musica tradizionale, sono nati e cresciuti qui i suonatori di fisarmonica e tamburello protagonisti ogni anno del Festival di cultura e musica grecanica "Paleariza".



A Gallicianò è visitabile anche un Museo Etnografico dedicato ad Angela Bogasari Merianoù, la filosofa greca giunta in questi luoghi negli anni ‘70, alla scoperta della questa piccola comunità con cui condivideva le origini. La struttura museale è stata realizzata con materiali donati dagli stessi paesani, convinti che fosse l’unico modo per mantenere viva la memoria del paese. E a due passi dal Museo, ci si disseta in quella che viene chiamata “Fontana dell’Amore”, così denominata perché lì anticamente si incontravano i fidanzati.

Il senso dell’ospitalità è nel Dna degli abitanti di Gallicianò, per questa ragione, da non perdere una cena o pranzo all’Osteria locale, la cui terrazza affaccia, a volo d’uccello, sulla vallata. Qui è un trionfo di capocollo e formaggio, peperonata con patate e zucchine, pane e pomodoro, tutto locale e di grande sapore. Maccheroni con sugo di capra e capra stufata, completano l’esperienza gastronomica in modo unico.



A Gallicianò è anche possibile pernottare, grazie a un paio di piccoli appartamenti che si possono affittare. La colazione del mattino sarà a base di latte di capra appena munto. Le persone e i luoghi sono una cosa sola, questo è il valore di Gallicianò. Giovanni e Mimmo vi accompagneranno a visitare il Paese, Raffaele vi incanterà raccontandovi la storia della chiesa ortodossa, Mimmo cucinerà per voi e Leo suonerà la tarantella.

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Alberto Lupini


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