Il grano estero è sicuro Parola del ministero della Salute

25 settembre 2017 | 15:09
Il grano estero è sicuro e salubre, non c’è motivo di pensare il contrario. Questo è quanto ha espresso il ministero della Salute in seguito ai controlli delle microtossine effettuati dal Piano nazionale ministeriale. Questi si sono resi necessari in seguito alle proteste di coltivatori e alcune associazioni, come Coldiretti, che avevano avviato una vera battaglia contro l’importazione di grano straniero ritenendolo illegale o addirittura nocivo.



Sono stati analizzati e risultati conformi ai controlli sulle micotossine (aflatossine, deossinivalenolo, ocratossina A, zearalenone) sia i campioni di grano duro proveniente da Messico, Canada, Usa, Ucraina, sia quelli di grano tenero proveniente da Ucraina, Canada, Russia, Usa, Moldavia e Kazakhstan. «Le analisi sulle micotossine - spiega Aidepi che ha diffuso la notizia - fanno seguito ai controlli, sempre realizzati dal ministero della Salute, su pesticidi e fitofarmaci divulgati a giugno. Anche in quel caso, nessun campione di grano duro è risultato fuorilegge».

«Finalmente - sostiene Riccardo Felicetti, presidente dei pastai italiani di Aidepi - quello che ribadiamo da anni è stato confermato anche dall'organo di controllo più autorevole: la pasta è buona e sicura. Ci auguriamo che questi dati allentino la tensione di questi ultimi mesi, frenando le insinuazioni e le accuse di chi, come Coldiretti, ha strumentalmente lanciato una campagna per screditare la qualità e la salubrità delle materie prime della pasta. Come i presidi al porto di Bari per annunciare il sequestro di grano importato fuorilegge, o tossico, che si è rivelato poi perfettamente in regola, o il lancio di una battaglia del grano inutile e autolesionista per l'unità di intenti e la competitività della filiera italiana del grano duro e della pasta».

«Ogni nave che entra nel porto viene controllata - aggiunge Felicetti - poi arrivano i controlli Ue, quelli delle autorità italiane, quelli dei molini, e infine quelli delle aziende pastaie. Che se non riconoscono come valido il prodotto lo rimandano indietro».

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Alberto Lupini


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