Isola di Pantelleria in fiamme Il sindaco chiede lo stato di emergenza

30 maggio 2016 | 16:40
Non è stato ancora spento, dopo tre giorni, l’incendio doloso che sta devastando le aree boschive dell’isola di Pantelleria, l’isola siciliana al centro del Mar Mediterraneo, situata a 110 km dalla Sicilia e 70 dalle coste della Tunisia. Neppure l’intervento di quattro Canadair è bastato a domare le fiamme di un lungo fronte che, dopo avere ridotto Montagna Grande in un paesaggio desolante, ha attaccato i luoghi turistici più rinomati come Rekele, Sibà, Fossa del russo, Kuddia e Tracino e Balata dei turchi. Le fiamme hanno raggiunto perfino la Grotta del Bagnasciutto.


foto: Ansa

L’incendio, che ora si è concentrato su Monte Gibele, ha provocato danni anche alle infrastrutture. Bruciata la rete di contenimento, c’è il rischio che da Montagna Grande possano precipitare massi a valle. Per questo il sindaco di Pantelleria, Salvatore Gabriele (nella foto), ha ordinato la chiusura della strada perimetrale. Molte località sono quindi irraggiungibili. Secondo quanto riferisce l’Ansa, l’Aeronautica militare e l’azienda elettrica locale hanno attivato un gruppo elettrogeno, al fine di garantire la prosecuzione delle attività commerciali e vengono mantenuti i servizi essenziali tra cui quelli dell’ospedale.

Il sindaco ha inoltre chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza: «I danni - dice - sono incalcolabili. Siamo di fronte a un disastro ambientale e idrogeologico causato da un atto criminale senza precedenti». «Lo sgomento è tale - aggiunge - che le parole non bastano a raccontare quello che in queste ore stiamo vivendo».

«È un attacco mirato e programmato», afferma il sindaco di Pantelleria senza avere alcun dubbio circa il movente che ha indotto gli incendiari a innescare nell’isola il rogo devastante. Gabriele punta il dito contro un gruppo di «imbecilli» e «criminali collegati a certe sacche di resistenza», tutti schierati contro l’istituzione di un parco nazionale.


Salvatore Gabriele

Si tratta di un progetto che Gabriele ha lanciato durante il suo precedente mandato, tra il 2009 e il 2010, e che ha ripreso di recente con la presentazione di una richiesta da due mesi all’esame della Regione. La procedura prevede il concerto con il Governo nazionale ma, secondo Gabriele, non ci sono problemi perché «ci sono tutte le condizioni per l’istituzione di un parco». «Anche la popolazione - aggiunge - è d’accordo: capisce che è una grande occasione di sviluppo e di rilancio. Questo coinvolgimento ha fatto nascere comitati spontanei a sostegno del progetto».

Se n’è parlato anche in un’assemblea pubblica alla quale sono intervenuti la settimana scorsa i rappresentanti del Parco delle Cinque Terre, con il quale il Comune ha avviato un rapporto di scambio di esperienze. Ma a Pantelleria l’idea ha suscitato anche resistenze sotterranee. «Probabilmente - dice il sindaco - la presenza di un altro ente che gestisce le risorse del territorio e ne controlla la destinazione ha suscitato fastidi e preoccupazioni. Ma noi siamo pronti, e lo stiamo facendo, a rispondere con denunce aperte e precise. Non ci fermeremo. Anche il sostegno della popolazione è una buona ragione per andare avanti».

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Alberto Lupini


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