L'Italia punta sul “turismo di ritorno” Centinaio firma patto con l'Argentina

Il potenziale dell’Italia in ambito turistico è enorme e pare che ora quel difetto storico di non saperlo sfruttare stia svanendo. Il Ministro Centinaio ha siglato a Buenos Aires il patto “turismo di ritorno” che prevede di riportare gli italiani emigrati in Argentina in visita nei luoghi d’origine anche con l'obiettivo di valorizzarli

01 ottobre 2018 | 11:30
Il percorso appare in un primo momento abbastanza fantasioso e complesso, ma basta rifletterci un attimo che l’idea diventa più comprensibile e stimolante. Il ministero del Turismo ha siglato questo accordo con l’Argentina all’interno della Fiera internazionale del turismo in America Latina.



Il Ministro Gian Marco Centinaio ha incontrato all’evento il suo omologo argentino Gustavo Santos con l’obiettivo di favorire l’interscambio turistico fra i due Paesi attraverso le famiglie di migranti che uniscono i due Paesi.

L’accordo, prevede anche il coinvolgimento delle compagnie aeree Alitalia e Aerolineas Argentinas e si articola sulla scoperta del proprio Paese d’origine da parte dei nipoti e bisnipoti dei migranti. «Cercheremo - ha spiegato Centinaio - di far sì che gli argentini di origine italiana vengano in Italia a conoscere le loro tradizioni, la loro storia, da dove sono partiti. L'iniziativa si inserisce all'interno del più ampio obiettivo di destagionalizzare il turismo, ma anche di delocalizzare».


Gian Marco Centinaio in visita a Buenos Aires (foto: Corriere della Sera)

Un concetto quest’ultimo che rappresenta un valore aggiunto per il progetto. Ampliare il periodo buono per il turismo infatti è una delle mire del futuro (neanche tanto remoto) così come lo è l’ampliare anche la geografia del turismo, sempre per quell’idea di sfruttare tutto, ma proprio tutto, il potenziale italiano.
 
L’ampliamento delle zone calde per il turismo trova lo spunto giusto nell’origine di quegli emigrati italiani che provenivano soprattutto da zone rurali e di provincia, più piccole e meno note e che grazie al “ritorno” di quelle persone possono trovare un nuovo settore per svilupparsi. Quel turismo “delle radici” che può rappresentare una prossima frontiera del settore italiano.

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Alberto Lupini


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