Libero scambio Europa-Stati Uniti La Francia chiede lo stop ai negoziati

30 agosto 2016 | 17:50
Dopo che il ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, ha dichiarato fallimentari i tentativi di trovare un accordo con gli Stati Uniti per il libero scambio commerciale (Ttip), anche la Francia è intervenuta e ha confermato lo scontento europeo. «Non c'è più il sostegno politico della Francia a questi negoziati», ha dichiarato a radio Montecarlo il viceministro francese del Commercio estero, Matthias Fekl.



«Gli americani - ha aggiunto Fekl - non concedono niente, o lasciano soltanto le briciole. Non è così che si tratta fra alleati. Le relazioni non sono equilibrate, bisogna riprendere in seguito su buone basi. Serve una battuta d'arresto, definitiva, a questi negoziati per poi ripartire». Stando alle dichiarazioni di Fekl, Parigi avanzerà ufficialmente la richiesta di porre fine ai negoziati alla fine di settembre, durante una riunione dei ministri del Commercio estero a Bratislava.

Dall'altra parte la Commissione europea e la cancelliera Angela Merkel hanno smentito le recenti dichiarazioni sul fallimento del trattato; resta il fatto che il presidente francese, François Hollande ha sottolineato come sia «inutile alimentare l'illusione» di un accordo «prima della fine del mandato del presidente americano Barack Obama».

Dagli Stati Uniti arriva invece un certo ottimismo: un portavoce del rappresentante Usa per il commercio Michael Froman ha dichiarato al settimanale tedesco Der Spiegel che «I negoziati stanno effettivamente facendo significativi passi avanti». Della stessa corrente di pensiero il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, che al Corriere della Sera ha detto: «Il Ttip si chiuderà, è inevitabile. Gli Usa sono i nostri principali partner economici. Se non negoziamo con loro con chi altro dovremmo farlo?».

«Per l'Italia - ha aggiunto Calenda - questo accordo è essenziale. Gli Usa sono il mercato a più alto potenziale di sviluppo per il nostro export. È vero che alcuni stati membri non perdono occasione per fare dichiarazioni critiche, ma nessuno ha ritirato il mandato alla Commissione».

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Alberto Lupini


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