Lunedì tornano le zone in Italia. Ristoranti "gialli" chiusi a cena?

Nella giornata di venerdì, a seconda degli indici Rt, il Governo tornerà a colorare le regioni. Metà Paese dovrebbe essere arancione e non ci sono buoni presupposti per bar e ristoranti. Confermato il coprifuoco alle 22

07 gennaio 2021 | 11:02
Da lunedì 11 gennaio l’Italia torna a colorarsi a seconda dell’indice Rt e ad oggi l’ipotesi è che almeno metà del Belpaese sarà arancione. La situazione resta critica tanto che Walter Ricciardi, consulente dello stesso Speranza, insiste a chiedere «un lockdown minimale di due mesi, parola che terrorizza i politici, ma che viene attuato in Germania e Gran Bretagna», pur sapendo che il governo continua ad escluderlo.


In Italia tornano le zone

Bar e ristoranti chiusi a cena anche in zona gialla
Non si andrà probabilmente verso una scelta come quella, ma la linea sarà comunque di mantenere la stretta e per questo il nuovo Dpcm, su cui si comincerà a discutere nel fine settimana per farlo entrare in vigore il 16 gennaio, certamente prevederà regole rigide e la proroga di alcuni divieti; bar e ristoranti delle zone gialle molto probabilmente saranno ancora obbligati a chiudere alle 18; ancora stop agli spostamenti tra le regioni almeno per tutto il mese di gennaio. Resterà il coprifuoco alle 22, e rimarranno chiuse palestre, cinema e teatri.

Sono gli scienziati a raccomandare provvedimenti severi come sottolineato nella relazione dell’ultimo bollettino: «Si rammenta la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e rimanga a casa il più possibile. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine».

Venerdì la decisione sui colori
Il verdetto sulle fasce arriverà nella giornata di venerdì. Alla luce dei nuovi parametri decisi dal Governo con Rt a 1 si entra in arancione dove gli spostamenti sono liberi dalle 5 alle 22, ma non si può uscire dal Comune di residenza, i bar e i ristoranti sono chiusi, i negozi aperti. Con l’Rt a 1,25 si va invece in fascia rossa: spostamenti vietati se non «per comprovate esigenze» e negozi chiusi, anche se la lista delle deroghe è lunghissima e lascia fuori soltanto chi vende abbigliamento, calzature, gioielli. L’ordinanza del ministro della Salute sarà firmata domani per entrare in vigore lunedì.

Cosa succederà regione per regione?

Emilia-Romagna e Lazio
«Viaggiamo con un Rt medio di 1.05 e siamo ipoteticamente in fascia arancione», spiega l’assessore alla Sanità dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini. Il suo collega del Lazio Alessio D’Amato parla di «peggioramento della curva per cui occorre massimo rigore e cautela». Rt sotto l’1 ma di pochissimo e per questo potrebbe arrivare domani il passaggio in arancione. Lo stesso rischio che accomuna altre regioni.

Lombardia e Veneto
Secondo il monitoraggio della scorsa settimana la Lombardia aveva Rt pari a 1 e non sembra che la situazione sia migliorata. Peggio stava il Veneto con Rt a 1,07 che faceva prevedere un passaggio in arancione o addirittura in rosso di fronte a un peggioramento. Gli specialisti dell’Istituto superiore di sanità avevano evidenziato come «tre regioni (Veneto, Liguria, Calabria) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, altre 3 (Basilicata, Lombardia e Puglia) lo superano nel valore medio, e altre tre lo sfiorano (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Marche)».

Liguria e Puglia
È stato il governatore della Liguria Giovanni Toti a comunicare che l’indice nella sua regione «è a 0,95 quindi in discesa, sicuramente non saremo zona rossa ma potremmo essere zona arancione solo per gli ulteriori parametri restrittivi». Una situazione simile a quella della Puglia.

Toscana e Friuli-Venezia Giulia
Appare invece migliorata la situazione di Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Campania, quasi certamente in fascia gialla così come il Molise.

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Alberto Lupini


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