Macellai francesi vessati dai vegani scrivono al Governo per chiedere tutela

Dalle sensazioni ai fatti. Dalle tendenze all’allarme vero e proprio. La battaglia dei vegani contro i “carnivori” ha ora un avversario deciso ad affermare la legittimità del proprio lavoro: i macellai . In Francia la categoria ha chiesto la protezione delle forze dell’ordine contro gli attacchi subiti negli ultimi tempi

27 giugno 2018 | 11:23
Per rafforzare e ufficializzare la propria protesta è stata scritta una lettera con richiesta di tutela «perché finiscano, il più rapidamente possibile, le violenze fisiche, verbali, morali nei confronti di noi onesti professionisti».



A firmarla è stato il presidente della Confederazione dei macellai, Jean-François Guihard, al ministro dell’Interno Gérard Collomb. Vengono elencati i più recenti atti di ostilità compiuti da «militanti vegani» nei confronti di alcuni dei 18mila «artigiani macellai-salumieri» di Francia: sacche di falso sangue (in realtà vernice) lanciate contro i negozi; una macelleria, una pescheria, un ristorante e una rosticceria vandalizzate con scritte sui vetri e lanci di pietre nel Nord della Francia. Fino all’ultimo episodio, la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: una militante vegana su Facebook si è rallegrata dell’uccisione, nell’attentato islamista di Trèbes, del macellaio nel supermercato dove era entrato in azione il terrorista.
«Siamo profondamente scioccati che una parte della popolazione voglia imporre all’immensa maggioranza il suo stile di vita, per non dire la sua ideologia - si legge nella lettera -. Gli attacchi contro i macellai e tutta la filiera sono né più né meno che una forma di terrorismo».

I macellai chiedono insomma di poter lavorare in pace, come hanno sempre fatto prima della moda (estremista in alcuni casi) vegana. Il dibattito è ideologico e per questo anche sociale, non solo ristretto al mondo dell’alimentazione. Il Corriere della Sera cita la saggista anti-specista Marcela Jacub che su Libération scrive: «Il macellaio è una presenza naturale nelle nostre città quanto le strade e le auto. Percepirlo all’improvviso come un assassino, un trafficante di sofferenza, è ovviamente incongruo. Però è purtroppo frequente che costumi crudeli facciano parte di una civiltà. Poi un giorno queste pratiche diventano insopportabili. Manca ormai solo un impercettibile movimento perché le nostre abitudini gastronomiche diventino coerenti con i nuovi paradigmi di giustizia».


Dario Cecchini
 
E in Italia? Quale è la situazione? Il termometro segna anche dalle nostre parti temperature altissime. Dario Cecchini, titolare della storica Antica Macelleria Cecchini di Panzano in Chianti, Greve in Chianti (Fi) appoggia la scelta del presidente della Confederazione dei macellai francese: «Conosco molto bene Jean-François Guihard - spiega - perché faccio parte della giuria che elegge la miglior bistecca alsaziana. Non posso che essere d’accordo con lui e comprendere la scelta di scrivere al Ministero. È giusto evidenziare il problema, ma bisogna rilevare quale sia il vero problema che è l’idiozia di questi personaggi che sfruttano il “veganesimo” per sfogare la propria isteria. È come la gente che va negli stadi di calcio durante le partite per provocare incidenti».


Ernesto Notaro

Dalla parte dei ristoratori la voce è quella di Ernesto Notaro, titolare della Taverna degli Amici, storico locale di Milano specializzato nella preparazione di carne. «Mi informo e leggo giornali circa queste tendenze - spiega - ma per il momento non vedo nè sento un pericolo vero e proprio e credo che anche i miei colleghi abbiano questa sensazione, o perlomeno me lo auguro. Forse il problema è solo francese, perchè ripeto: a Milano non ci sono segnali di quel tipo».

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Alberto Lupini


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