Museo e Parco Archeologico di Locri Il fascino della storia della Magna Grecia

09 agosto 2017 | 14:36
di Andrea Radic
Il nostro Paese è ricchissimo di tesori culturali, archeologici e paesaggistici. Alcuni di essi sono troppo poco conosciuti e andrebbero promossi di più e inseriti nei principali circuiti di visita rivolti sia agli italiani che agli stranieri. È Il caso del Parco Archeologico di Locri (Rc) e dell’adiacente Museo. Una preziosa testimonianza della Magna Grecia, della storia e della vita dell’epoca, con i resti del Tempio Arcaico di Marasà e le vestigia dell’antica città.



Il complesso museale ed archeologico nazionale di Locri Epizefiri sorge ai confini dell’area sacra di Marasà, nelle immediate adiacenze del tratto d’angolo in cui le mura dopo il loro percorso parallelo alla costa prendono a svilupparsi verso le colline. Siamo sulla costa Jonica della Calabria in provincia di Reggio, lungo la Strada Statale 106 “Jonica”, dove il Museo venne realizzato su progetto dell’architetto Giovanni De Franciscis ed aperto al pubblico nel 1971 con la denominazione di “Antiquarium di Locri”.

Nell’estate del 1998 l’Antiquarium viene elevato al rango di Museo Nazionale riconoscendo la fondamentale importanza dell’area archeologica di Locri Epizefiri nell’ambito del patrimonio culturale del nostro paese. Diverse campagne di scavo sono state realizzate nel corso degli anni, fino a consegnare ai visitatori l’attuale bellissima area di visita.



Tali campagne di scavo, con i loro eccezionali ritrovamenti (quali, ad esempio, la statua detta del “Togato di Petrara”) riproposero il problema di un’area espositiva museale che doveva essere, senza ulteriori attese, ampliata per poter permettere l’esposizione di un numero maggiore di reperti.

Venne, quindi, individuato all’interno dell’area archeologica un edificio privato, il “Casino Macrì”, che realizzato tra il XVIII ed il XIX secolo ed adibito a masseria, inglobava ampie porzioni originali (persino una intera sala con copertura a volta) di una struttura di epoca romana e che, una volta acquisito e debitamente restaurato, avrebbe potuto ospitare, in un’ambientazione decisamente suggestiva, la collezione del periodo romano dei reperti provenienti dal territorio dell’antica Locri.



Il Museo di Locri, diretto dalla dottoressa Rossella Agostino, è anche sede di incontri e dibattiti culturali e luogo di condivisione con i visitatori della cultura del territorio circostante. «Abbiamo numerose idee per valorizzare il patrimonio storico e archeologico - ci racconta la direttrice - l’obiettivo è quello di creare un circuito archeologico della Locride e della Jonica per mettere in rete i diversi siti presenti in questa provincia».

Il complesso vale davvero una visita e l’apprezzamento per il lavoro della dottoressa Agostino è dimostrato dal numero dei visitatori e del pubblico presente alle iniziative di approfondimento.

Per informazioni: www.locriantica.it/sito/museo.htm

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Alberto Lupini


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