Ristoranti e hotel, un anno di alti e bassi Fuori casa si cerca la qualità

17 dicembre 2016 | 10:04
di Andrea Radic
L'ufficio studi della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) ha diffuso i dati di una ricerca sulla situazione delle imprese della ristorazione nella più ampia categoria degli alberghi e pubblici esercizi. Analizzate anche le tendenze occupazionali, la reperibilità dei profili professionali e i dati dei consumi in casa e fuori casa.



L'input di lavoro del settore dei pubblici esercizi conta oltre un milione di unità di lavoro standard, in crescita dello 0,6% rispetto all’anno precedente. Il lavoro si conferma, anche durante la lunga recessione che ha caratterizzato questi ultimi anni, componente essenziale per la produzione dei servizi di ristorazione.

L’80% dell’occupazione dell’intero settore “Alberghi e pubblici esercizi” è dovuta alle imprese della ristorazione. Un dato che è andato consolidandosi nel corso di questi ultimi anni. L’impatto della crisi risulta tuttavia più evidente prendendo in esame il trend delle ore lavorate. Il livello attuale è inferiore a quello di sette anni fa ma in recupero dopo la significativa contrazione registrata nel 2013. La crisi ha avuto un significativo impatto sul turnover imprenditoriale.


Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat

Le conseguenze si rintracciano anche nell’apporto del lavoro indipendente che in questi anni si è sensibilmente ridimensionato, quantomeno nel numero delle unità. Attualmente i lavoratori indipendenti sono il 33,5% del totale, nel 2008 erano il 37,1%. Dai dati della ricerca si desume che il settore della ristorazione riparte e il peggio sembra passato, salgono i consumi fuori casa, il 65,3% nel settore alimenti e bevande e il 34,7% nei servizi di ristorazione, al contrario scendono sensibilmente i consumi in casa e nel 2015 con un meno 12,2%.

Le aperture di nuovi locali si susseguono, ma nonostante ciò le imprese del settore ristorazione in Italia sono 440 per 100mila residenti, poche rispetto alle 541 della Spagna e le 649 della Grecia. Altro lato della medaglia delle aperture sono le chiusure, ben 13.122 tra i bar e 13.656 tra i ristoranti nell'ultimo anno. Abbiamo chiesto ad Alessandro Rosso, imprenditore del settore alberghiero e della ristorazione, presidente di Alessandro Rosso Group, colosso da centocinquanta milioni di euro, come vede la situazione attuale e cosa si aspetta dal 2017.

«I dati dei consumi indicano un incremento di turisti sia esteri che fuori piazza. Quando i consumi in casa scendono è perché c'è meno capacità di spesa, dunque l'italiano decide di non uscire e non frequenta neanche i ristoranti. I maggiori consumi fuori casa sono invece frutto della maggior mobilità e della attrattività crescente dell'Italia nell'offerta turistica mondiale. In casa si razionalizza e le priorità diventano le necessità della famiglia. Ci si rende conto che, salvo momenti particolari, il food è meno importante si mangia per vivere e non si vive per mangiare».


Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Eurostat

Ma voi investite in prodotto di alto livello, con aperture di strutture di lusso, esclusive.
La nicchia alta si mantiene durante la crisi, non decresce, e la qualità paga quando e dove si è capaci di offrirla. Il livello alto continua a cercare il meglio, sono invece le incertezze economiche a far salire i risparmi e scendere i consumi, come sempre avvenuto. Fino a quando non avrà una maggiore visibilità della crescita, l'italiano medio non spreca più nulla, più passa il tempo e più cerca i saldi, le occasioni e fa di necessità virtù.

Come vede la situazione nel 2017?
Non si discosterà molto dal 2016 con un incremento possibile sulle nicchie innovative, ad esempi chef stellati a basso costo. Continuerà anche nel consumo casalingo l'attenzione al bio, mentre fuori casa il ristorante deve essere bello e buono, il consumatore non ci va mangiare una mela o un pezzo di formaggio per quello se ne sta a casa.

I dati disegnano dunque una situazione per lo più stabile, alcuni momenti di calo strutturale, ma i segnali di ripresa ci sono, soprattutto nel settore della ristorazione e in parte nell'alberghiero, dove incide anche la positiva proroga del bonus per la ristrutturazione degli alberghi approvato dalla recente legge di bilancio.

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