San Floriano e i vini friulani Un viaggio fra le tradizioni
16 giugno 2015 | 10:18
di Liliana Savioli
Da quella voglia di far festa nasce Likof a San Floriano (Go). Likoof, si pronuncia con due “o”, è la festa di quando si finisce la costruzione del tetto in una casa, anticamente serviva a suggellare un patto o un matrimonio. Oggi è la festa dell’estate, delle vigne, delle ciliegie. San Floriano, patrono dei pompieri, è un monte con un antico castello sulla sommità. Dall’alto il panorama è mozzafiato dal mare alle montagne. 8 milioni 627mila tonalità di verde. Tanti, ma veramente tanti vigneti, ma non solo.
Ciliegi e ulivi e fichi e orti e piccoli boschi e laghetti e campi di mais. Insomma non la solita monocultura ma il continuare a fare quello che facevano i nostri vecchi. Produrre un pochino di tutto per essere autonomi. Oggi si chiama biodiversità. E i vini? Di antichissima tradizione. Già nel 1632 un’ava degli attuali proprietari del castello, i Formetini, convolò a nozze con un nobile ungherese portando in dote 300 barbatelle di Tocai.
Oggi in Ungheria il vigneto base del tocai è il furmint da Formentini. Ma oggi in quel di San Floriano, zona Collio, il tocai non si degusta più. Si chiama Friulano ma… sempre tocai resta. Una visita alla cantina del presidente del Consorzio Collio e vicesindaco di San Floriano è d’obbligo. Gradisciutta è il nome della cantina di Robert Princic. I suo vini son tutti eleganti, corretti, puliti, armoniosi, emozionali e fini ma è coinvolto anche in un progetto transfrontaliero.
Nato da una tesi in wine businnes è diventato realtà. Un metodo classico da uve ribolla gialla prodotte sia in Italia che in Slovenia. Ho degustato il Sinefinis (senza fine, senza confine) 2011. Piccole bolle continue, inesorabili che salgono e si adagiano sulla superficie allargandosi e creando disegni come in un caleidoscopio. Mela matura, fieno maturo, crostata, burro. Sembra una tarte tatin alle mele appena sfornata. I 36 mesi di riposo sui lieviti creano una grande complessità sia olfattiva che gustativa. E poi in vigna all’eco cena. Rubando ciliegie e rimanendo inebriati dai profumi delle vigne in fiore. Che giornata di festa vera.
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Alberto Lupini