Il caso di Cantina Settesoli e Selinunte Quando la burocrazia frena lo sviluppo
23 novembre 2015 | 17:32
di Enrico Saravalle
Una storia alla Ionesco, assurda e incredibile, se non esistesse un dossier (messo a punto con precisione teutonica dal presidente della Cantina Vito Varvaro) che racconta passo dopo passo una vicenda di buropazzia. Da più di un anno, infatti, Settesoli cerca disperatamente di finanziare il restauro del sito archeologico selinuntino (il più importante del Mediterraneo, a sentire esperti e studiosi), in particolare dell’area del Tempio C, sulla Acropoli a picco sul mare. E dire che Selinunte avrebbe un bisogno disperato di questo denaro: nel corso degli ultimi anni, i tagli dissennati alla spesa pubblica e un certo immobilismo gattopardesco di dirigenti e responsabili non hanno permesso di effettuare lavori di ordinaria manutenzione né tanto meno di straordinaria: le campagne di scavo vanno a rilento (o sono ferme del tutto), i restauri segnano il passo, la cartellonistica è gravemente deteriorata, illeggibile o assente, la pulizia... lasciamo perdere.
Ecco che, allora, Cantine Settesoli cercano di bypassare divieti incrociati, pastoie politiche, lacci e lacciuoli e nell’estate 2014 affermano: siamo pronti a finanziare la riqualificazione dell’area. Tutti applaudono il proposito mecenatistico e tutti si dicono, a parole, d’accordo: dice sì il direttore del Parco, Leto Barone, il comitato tecnico-scientifico approva, il sindaco di Castelvetrano (Tp), Felice Errante, acconsente come pure l’assessorato regionale ai Beni culturali. E allora cosa non funziona? Qual è il granello che blocca l’ingranaggio? Non è dato saperlo. O meglio, di cose che non funzionano e di granelli bloccatutto ce ne sono diversi, dicono e scrivono i burocrati della Regione, ovviamente in burocratese: manca, prima di tutto, una procedura a evidenza pubblica, poi bisogna preparare un bando di gara, quindi bisogna rispettare i tempi.
Il tutto si trascina per più di un anno e arriviamo ad oggi 2015, quando non sapendo come rendere inoffensivo il caparbio mecenate, i funzionari della Regione hanno pontificato che non si può accettare una sponsorizzazione in mancanza di un regolamento Regionale che non è mai (ancora) stato emanato dalla Regione. Nonostante esistano (e questo è l’ultimo dettaglio kafkiano dell’intera vicenda) una legge nazionale sulle procedure ad evidenza pubblica (il Codice dei contratti pubblici), una legge nazionale sui beni culturali (Codice dei beni culturali) e un dettagliatissimo regolamento attuativo sulle sponsorizzazioni di beni culturali.
Cantine Settesoli
Strada Statale 115 - 92013 Menfi (Ag)
Tel 0925 77111
www.cantinesettesoli.it
info@cantinesettesoli.it
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