Sigilli della Finanza a 3 caseifici campani Falsa Mozzarella di bufala “Dop”

10 febbraio 2017 | 19:07
«L’operazione di oggi della Guardia di finanza di Caserta è la conferma della massima attenzione e vigilanza che c’è nel comparto della mozzarella di bufala campana Dop», ha dichiarato il presidente del Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana Dop, Domenico Raimondo, commentando l’inchiesta “Aristeo” della Procura di Santa Maria Capua Vetere su una presunta frode nel settore lattiero-caseario.



10 i provvedimenti cautelari emessi dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di amministratori e soci di 3 noti caseifici delle province di Caserta e Napoli e dei titolari di un allevamento bovino e bufalino della provincia di Caserta. Le indagini hanno consentito di disvelare un vero e proprio sistema criminoso finalizzato all’adulterazione di prodotti lattiero-caseari e alla contraffazione della denominazione di origine delle Mozzarelle di bufala campana, attraverso l’uso nel ciclo produttivo di un additivo non autorizzato, nonché il mancato rispetto dei protocolli sanitari a tutela dei consumatori e delle indicazioni tecniche del disciplinare del Consorzio di tutela del marchio Dop della Mozzarella di bufala campana.

I soggetti al centro dell’indagine:
  • commercializzavano mozzarella di bufala con marchio “Dop” contraffatto, in quanto prodotta con l’aggiunta di latte vaccino (peraltro spesso inacidito a causa del lungo tempo trascorso tra il momento della mungitura e la lavorazione finale);
  • adulteravano sistematicamente il latte usato per la produzione, con l’intento di mascherare il processo di invecchiamento ed acidificazione, aggiungendo alla materia prima dell’idrossido di sodio (ed. soda caustica), prodotto potenzialmente dannoso per la salute;
  • ponevano dolosamente in commercio prodotti caseari realizzati con il latte così adulterato;
  • in alcune occasioni avevano acquistato ed immesso nel processo di produzione dei latticini anche latte proveniente da allevamenti non indenni da Tbc (tubercolosi) senza l’adozione delle cautele imposte dal protocollo sanitario previsto dalle norme.

«Alla Procura, alle forze dell’ordine e all’Asl - ha proseguito Raimondo - va il sentito ringraziamento del Consorzio di tutela. Comportamenti che mettono a rischio l’eccellenza di un prodotto unico al mondo sono assolutamente da condannare e non verranno tollerati. Il Consorzio di tutela è parte lesa in questa vicenda e difenderemo il buon nome degli associati e la reputazione del nostro prodotto in ogni sede utile, costituendoci anche parte civile nell’eventuale processo. Inoltre nella prossima riunione del consiglio di amministrazione sarà valutata la possibilità di espulsione del socio coinvolto, in base alle norme di trasparenza previste dal nostro Codice etico».



Il direttore del Consorzio, Pier Maria Saccani, ha aggiunto: «Come sottolineato anche dagli inquirenti, i consumatori non hanno nulla da temere. Da circa due anni il sistema di tracciabilità del prodotto a marchio Dop è ancora più sicuro e capillare, offre garanzie complete e dal settembre 2016 è esteso a ogni capo. Con le norme attuali, cioè, possiamo risalire con precisione da una singola mozzarella fino alla bufala che ha fornito il latte».

«Questo schema di controlli vede coinvolti l’ispettorato centrale per la repressione frodi del ministero dell’Agricoltura, l’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno e l’ente di certificazione del Consorzio Dqa, un lavoro di squadra a tutela della qualità della mozzarella di bufala campana. Si tratta del sistema di tracciabilità più avanzato in Europa, che pone il nostro comparto all’avanguardia a livello comunitario. Un risultato che è stato possibile raggiungere con l’impegno congiunto e la sinergia tra tutti questi enti, che ringraziamo ancora una volta. Il Consorzio di tutela ha messo e metterà in campo tutti gli strumenti a disposizione per tutelare l’unica mozzarella in commercio che può vantare il marchio Dop».

L’adulterazione danneggia gravemente i 1.371 allevamenti impegnati quotidianamente a produrre latte nel rispetto delle regole della Mozzarella di bufala campana Dop, che è il primo formaggio Dop del Sud Italia con un aumento di produzione record del 7,2%, per un totale di 44.270 tonnellate nel 2016. «Occorre difendere la qualità e il prestigio di un prodotto simbolo del Made in Italy - ha sottolineato la Coldiretti - con un valore al consumo di quasi 700 milioni di euro realizzati anche grazie al prestigio conquistato all’estero dove sono dirette circa 13mila tonnellate all’anno per un valore che ha superato i 100 milioni di euro».

Foto: Caserta.zon.it

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Alberto Lupini


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