“Pane e sapori” a Cascina Cattafame Quando la cucina incontra la solidarietà
18 luglio 2016 | 18:35
di Guido Gabaldi
«I ragazzi che il tribunale ci affida hanno commesso dei reati - mi racconta Pierangelo Ferraresi, responsabile area minori di Fraternità impronta, la cooperativa sociale che gestisce la cascina - e dobbiamo aiutarli a ritrovare sé stessi. Noi cerchiamo di lasciare un segno di affetto nella loro vita, anche attraverso la disciplina e il lavoro».
Appunto: cosa fanno, concretamente, i 28 ragazzi che avete in affidamento?
«Si occupano anzitutto degli animali (asini, anatre, galline ed altro) e dell’orto biologico, ma poi li coinvolgiamo anche nella gestione del ristorante e della pizzeria della Cascina, sia in sala sia in cucina. C’è bisogno di far cassa per tenere in piedi questa struttura, dato che col passare degli anni i finanziamenti provenienti dagli enti pubblici si sono ridotti drasticamente. Per raccogliere i fondi necessari ospitiamo anche eventi di tutti i tipi, dal compleanno alla Sagra della lumaca. È un lavoro durissimo, che non riusciremmo a portare avanti senza l’aiuto dei settanta volontari che ci danno una mano».
Antonio Pappalardo
Tra i simpatizzanti-sostenitori troviamo Antonio Pappalardo (nella seconda foto), uno di quelli che ha promosso l’iniziativa. Titolare e pizzaiolo della Cascina dei sapori di Rezzato, in casa sua conquista i clienti con le sue pizze gourmet, e poi con la ricerca quotidiana della qualità assoluta degli ingredienti e delle migliori tecniche di lievitazione. Che sarà poi il motivo per cui la Guida alle pizzerie del Gambero Rosso gli ha attribuito due spicchi.Antonio, quando non si tratta di attirare i pizza-lovers affamati, e bisogna invece condividere una responsabilità sociale, come si fa?
«Ci si informa prima di tutto. È stata mia moglie a farmi conoscere la Cascina Cattafame, e vista l’importanza del lavoro che svolgono, io e Carlo Caravaggi, uno dei volontari che lavorano qui, abbiamo pensato a un evento in grande. Visto che si lavora con gli animali, che poi diventano cibo, il collegamento con le migliori menti gastronomiche e i migliori prodotti tipici del bresciano ci è parso immediato. I vantaggi che ne possono derivare sono evidenti: si solidarizza con la gente, la Cattafame si mette in luce, noi imprenditori mettiamo in rete le nostre conoscenze e facciamo apprezzare le eccellenze del territorio. Dato l’entusiasmo che vedo intorno, mi sembra che l’esperienza debba ripetersi e consolidarsi nel tempo».
Probabilmente la pizza “bresciana” di Antonio Pappalardo è un’eccellenza che viene dal Sud (Antonio è di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli) ma in questo caso si può parlare senza problemi di territorio “allargato”. Il discorso è simile quando si passa alla birra: magari a Passirano di Brescia, sede del birrificio “Curtense” avranno sentito parlare più di spumante che di bionde e di rosse, dato che si trova in Franciacorta, ma sarebbe assurdo sottovalutare la crescita costante dei microbirrifici in Italia.
La partecipazione di Matteo Marenghi (nella quarta foto) e di Christian Manessi, due dei soci dell’impresa, all’iniziativa della Cattafame, serve proprio a valorizzare un trend che sembra inarrestabile. «Pare di sì - mi conferma Matteo - almeno nel caso del Birrificio artigianale Curtense: le serate di degustazione si moltiplicano, gli ordini aumentano e produrre 12mila litri al mese non basta più. A cinque anni dalla partenza, abbiamo deciso di acquistare degli altri impianti per poter tenere il passo delle richieste. Ma abbiamo anche altre soddisfazioni: a parte i premi ricevuti nel 2014 e nel 2015, il fatto che abbiamo avuto tanto successo con la nostra Km0, una birra i cui cereali provengono solo dalla provincia di Brescia, significa che aiutiamo a far nascere una nuova tradizione locale. E di questo siamo orgogliosi».
Matteo Marenghi
Possiamo dire allora che l’iniziativa “Pane e Sapori in Cattafame” ha centrato tutti gli obiettivi? Il giudizio spetta prima di tutto a chi ha partecipato alla festa e degustato le pizze, i formaggi, le mozzarelle, il caffè, i gelati, le birre e tutto il resto. Ma è altrettanto importante andare a capire come possano essersi sentiti i ventotto adolescenti, quelli che in Cattafame devono ritrovare sé stessi. Ho l’impressione che tutto questo andirivieni di ristoratori, produttori e degustatori semiprofessionisti li abbia fatti sentire un po’ meno soli: e si tratta di un ingrediente basilare, quando si è alla ricerca di una nuova ricetta per vivere sereni in mezzo agli altri.I partecipanti
- Antonio Pappalardo e Matteo Attianese (La Cascina dei Sapori)
- Andrea Leali (Ristorante Casa Leali)
- Matteo Cocchetti e Daniele Merola (Dispensa Pani e Vini)
- Patrick Zanoni (pizzeria Rock1978)
- Gaetano Torrente (ristorante Burro e Alici)
- Augusto Pasini e Alessandro Lanzani (Laboratorio Lanzani)
- Piercalo Zanotti (I Cappuccini)
- Sandro Filippini (Pasticceria Dolce Angolo)
- Gelateria Bedussi
- Frutta e Verdura di Graziano Bodei
- Formaggi della Fucina dei Sapori di Daniele Segala
- Mozzarella di Bufala Campana del Caseificio Barlotti
- Burrata di Andria del Caseificio Olanda
- Succhi d'uva biologici di Enrico Di Martino (Cascina Belmonte)
- Birra artigianale del Birrificio Curtense
- Salumi e carni della Macelleria Liberini
- Caffè biologico di Caffè Agust
- Forni professionali per pizza di Forni Ceky
Cascina Cattafame
via Seriola 62 - 25035 Ospitaletto (Bs)
Tel 030 7282784
www.cascinacattafame.it
info@cascinacattafame.it
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