Un piatto da dividere costa il 20% in più Lo strano caso de La Colombetta a Como

Un altro «brutto biglietto da visita» per la ristorazione, come lo giudica Confesercenti: al ristorante La Colombetta a Como un piatto da dividere al tavolo costa il 20% in più del prezzo da menu . I titolari del ristorante rinomato parlano chiaro: «Per noi è un lavoro aggiuntivo, giusto il sovrapprezzo»

09 novembre 2017 | 09:46
Quindi, se il partner con cui si è a cena vuole assaggiare il vostro antipasto di pesce? Lo può fare, nessun problema... ma sono 8 euro per il piatto... vuoto.


(foto: Corriere della Sera)

Non è una sorpresa che si riceve una volta arrivati al conto, il menu infatti lo dice chiaramente: "Le pietanze da dividere costeranno il 20% in più", un'indicazione per sicurezza riportata anche in inglese, così da essere chiari anche con quei turisti stranieri di passaggio lungo il lago.

E attenzione, la maggiorazione viene conteggiata per ogni assaggio richiesto: un addebito aggiuntivo non da poco sulla ricevuta, che ha stupito più di un comasco e ha suscitato qualche malumore.

Non stiamo parlando di un ristorante qualsiasi: La Colombetta si qualifica come locale conosciuto e rinomato, ne sono testimonianza le segnalazioni su portali come il Touring Club. Forse cavalcando l'"onda del successo", i titolari hanno deciso di apportare questa piccola modifica al menu, e nonostante le critiche ricevute non si smuovono dalla loro posizione, giustificandosi così: «In un ristorante di un certo livello è assolutamente doveroso che anche il servizio sia all'altezza. Capita sempre più spesso che arrivino gruppetti di turisti, specialmente stranieri, che dopo aver ordinato magari un paio di pietanze ci chiedono altri piatti per fare degli assaggi. Questo per noi comporta del lavoro aggiuntivo. Il cameriere non lascia semplicemente i piatti sul tavolo, apparecchia in modo adeguato, dedica del tempo al servizio ed è giusto metterlo in conto».

Una reazione stupita di fronte a questa decisione non è solo dei clienti, ma anche degli addetti ai lavori: «Mai sentito nulla di simile. È un brutto biglietto da visita - dice Claudio Casartelli, presidente di Confesercenti Como - per una città che sta facendo del turismo il suo settore trainante».

E il presidente dei cuochi comaschi, nonché membro Euro-Toques, Cesare Chessorti commenta: «Ho sentito anche altri colleghi e nessuno ha mai visto una cosa simile. Mi pare una situazione particolare e non capisco le motivazioni che potrebbero essere alla base di questo sovraprezzo».

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Alberto Lupini


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