I Piscaturi, cucina siciliana di mare con il meglio del pescato locale
21 giugno 2016 | 16:05
di Maria Cristina Cusumano
«Ogni mattina all’alba scegliamo il pescato del giorno. La nostra è una cucina siciliana marinara - Giuseppe racconta sapientemente l’attenzione per le pietanze locali - i nostri piatti forti sono gli antipasti, con le polpette di sarde al sugo, le fritture di pesce con il vuggiolo (l’uggiolo) la nostra pasta fatta in casa con gamberi, crema di pistacchio e pomodorini, la coda lampuga oppure U Capone, ossia il pesce azzurro».
«Anche l’insalata vastasa piace moltissimo. La prepariamo con alici, cipolle, olive, lattuga e arance. È un piatto tipico e rinfrescante, che consigliamo anche ai turisti che vengono a trovarci - poi lo sguardo di Giuseppe si ferma sui dolci - i nostri dessert sono legati alla tradizione, i cannoli siciliani fatti in casa, le cassate e i dolci al cioccolato».
Maria e Giuseppe Crivello
Il ristorante è il frutto della grande passione per la cucina di Francesco Crivello, che si avvicinò a questo mestiere non giovanissimo. «Mio padre era un maggiordomo con la passione per la cucina», aggiunge la figlia Maria. «Un giorno, passeggiando lungo il borgo, vide questo locale in affitto e propose a mia nonna, che era un’ottima cuoca, di aprire un ristorante e affiancarlo in cucina».
Nacque così Francu U Pescaturi, una piccola trattoria di cucina locale, prima ristoro dei pescatori e poi meta prediletta di nobili famiglie palermitane. «Qui da noi sono venuti tutti», racconta Maria, mentre sfoglia un album con le foto storiche del ristorante. «All’inizio, questi nobili presso cui mio padre aveva lavorato, venivano a trovarlo anche spinti dalla curiosità di assaggiare la sua cucina. Nel giro di pochi anni, la trattoria è diventata una delle più famose della provincia di Palermo. Oggi il ristorante lo gestiamo noi cerchiamo di dare il meglio anche grazie agli insegnamenti di nostro padre».
A due passi dal ristorante I Piscaturi, si trovano il castello di Solanto, edificato in epoca normanna, con la sua tonnara e la zona archeologica di Solunto, un’antica città di età ellenistico-romana.
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Alberto Lupini