La pizza fritta napoletana è di casa al Don di Roma

09 febbraio 2016 | 14:59
Finalmente anche a Roma è possibile gustare la vera pizza fritta di Napoli, quella che preparava nel padellone colmo d’olio Sophia Loren nel film “L’oro di Napoli”, la stessa che sognava Totò scrivano per calmare il digiuno, tanto più che si pagava “oggi a otto”, cioè si mangiava subito e si pagava dopo otto giorni. Questa eccellenza della tradizione povera napoletana, che oggi ha successo come tanti altri cibi dello street food, si può trovare in un locale di Trastevere, il Don, scherzoso acronimo di “Denominazione d’origine napoletana”.



Bastava poco per nobilitare questo cibo essenziale fatto solo di acqua e farina: un pezzetto di verdura, un grassetto di maiale, un nonnulla di salsiccia, secondo la creatività e le disponibilità del popolo napoletano. Certo, rispetto alla sua sorella più famosa, la classica e famosissima pizza napoletana, costituiva un ripiego obbligato in tempi difficili, ma certamente regalava grandi sensazioni, a chi la desiderava e la gustava, così, calda calda.

L’impasto è lo stesso della pizza - acqua, sale, farina e lievito - cambia però il metodo di cottura: la pasta lievitata viene foggiata a forma tondeggiante o di mezzaluna, farcita o meno col ripieno e poi fritta in olio bollente. Rispetto alla pizza napoletana, margherita o marinara, questa era alla portata di tutti perché non necessitava di un forno a legna, senza parlare della mozzarella che era considerata un lusso. Per questo la pizza fritta era conosciuta come la pizza del popolo.



L’impasto della pizza fritta Don, sia nella composizione che nella lavorazione, viene realizzato nel pieno rispetto della tradizione, secondo un’antica ricetta familiare tramandata gelosamente di generazione in generazione e lievita naturalmente dalle 12 alle 24 ore. La frittura è una delle tecniche di cottura più diffuse nei Paesi caldi perché le alte temperature eliminano ogni rischio legato alla conservazione del cibo.

Se la qualità degli ingredienti è elevata e la tecnica è giusta - temperatura costante intorno ai 160°C e alimento completamente immerso nell’olio - la frittura non è affatto dannosa per l’organismo e non è pericolosa per la linea così come si può pensare, mantenendo intatte le proprietà nutritive dei cibi, che risultano più digeribili. Per i suoi ripieni infine, Don ha scelto solo materie prime d’eccellenza, preferibilmente a Denominazione d’origine protetta.


A ogni sua pizza Don ha associato i nomi dei quartieri più famosi e popolari di Napoli rafforzando in questo modo l’identità squisitamente partenopea di questa specialità gastronomica. Nascono così, tra le altre, la più tradizionale Spaccanapoli, con Ricotta di pecora romana Dop, cicoli (ciccioli) di maiale, provola, pomodoro San Marzano Dop, basilico e pepe; la golosa Chiaia, con salsiccia di maiale, friarielli saltati in padella e provola; o la raffinata Vomero, con scarola saltata in padella, olive nere di Gaeta, capperi, uvetta, pinoli e provola.



Il profumo che sprigiona una pizza fritta a regola d’arte, come quella fatta dai maestri pizzaioli Maurizio Iannicelli ed Enrico Silanus, è inconfondibile e irresistibile; il gusto assolutamente straordinario. A poco tempo dall’inaugurazione questo locale già richiama numerosi appassionati. Si mangia in piedi o sugli sgabelli, come per un vero cibo di strada. Per le bevande ci si può servire da soli da un ampio frigo. Spesso il locale organizza eventi speciali sempre sulla gastronomia napoletana più verace.


Don
Via di San Francesco a Ripa 103 - 00153 Roma
Tel 06 5811796
info@donpizzafritta.com

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Alberto Lupini


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