Allarme gelo per verdure e ortaggi: rischio di speculazione sui prezzi
03 dicembre 2020 | 12:46
Con il brusco abbassamento delle temperature, l'arrivo del gelo colpisce verdure e ortaggi coltivati all'aperto dopo un lungo periodo di clima insolitamente mite. È quanto afferma la Coldiretti in riferimento all'ondata di maltempo segnata da temperature in picchiata anche a bassa quota.
Nelle campagne sono a rischio le coltivazioni invernali come cavoli, verze, cicorie e broccoli ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull'aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra.
A giudizio dell'organizzazione agricola «tutto questo innesta il rischio di alimentare speculazioni in una situazione in cui sono stati registrati dall'Istat aumenti dei prezzi al consumo del 5,5% per la frutta fino all'8,7% per le verdure a novembre; intanto nei campi si registrano tagli nei compensi pagati agli agricoltori».
È il caso delle clementine che nelle campagne, ricorda la Coldiretti, vengono pagate al ribasso, al di sotto dei costi di produzione. I prezzi attualmente corrisposti non sono assolutamente remunerativi e si rischia un crac per il settore nei territori tradizionali di coltivazione, dalla Calabria alla Sicilia fino in Puglia.
Nelle campagne sono a rischio le coltivazioni invernali come cavoli, verze, cicorie e broccoli ma lo sbalzo termico improvviso ha inevitabilmente un impatto anche sull'aumento dei costi di riscaldamento delle produzioni in serra.
A giudizio dell'organizzazione agricola «tutto questo innesta il rischio di alimentare speculazioni in una situazione in cui sono stati registrati dall'Istat aumenti dei prezzi al consumo del 5,5% per la frutta fino all'8,7% per le verdure a novembre; intanto nei campi si registrano tagli nei compensi pagati agli agricoltori».
È il caso delle clementine che nelle campagne, ricorda la Coldiretti, vengono pagate al ribasso, al di sotto dei costi di produzione. I prezzi attualmente corrisposti non sono assolutamente remunerativi e si rischia un crac per il settore nei territori tradizionali di coltivazione, dalla Calabria alla Sicilia fino in Puglia.
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Alberto Lupini
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