L'Arte dei pizzaiuoli napoletani Un'identità culturale, mondiale da oggi

È fatta! Con il plebiscito della notte fra il 6 e il 7 dicembre a Jeju, Corea del Sud, l’Unesco ha iscritto l’Arte dei pizzaiuoli napoletani nella lista degli elementi dichiarati Partimonio dell’Umanità

07 dicembre 2017 | 15:30
di Gabriele Ancona
Partimonio culturale immateriale, una conquista epocale. Come ha sottolineato la Fipe - Federazione italiana pubblici esercizi, è infatti la prima volta che l’organizzazione delle Nazioni Unite riconosce in questo contesto un mestiere legato alla preparazione e alla somministrazione di un cibo della tradizione culinaria italiana.


foto: Il Mattino

Un’assurdità, a ben vedere, tenuto conto di quale peso abbia la nostra cultura alimentare nel mondo. Ma quello che conta è il risultato e la pizza, tramite l’arte dei pizzaiuoli, oggi assurge davvero a simbolo, storico e contemporaneo, della nostra tradizione gastronomica. Un vero ambassador, utilizzando un termine di tendenza.

È stato premiato lo sforzo di anni del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, di Alfonso Pecoraro Scanio, che ha promosso una raccolta di firme a livello internazionale che ha tirato la volata alla candidatura, e quelli dell’Associazione pizzaiuoli napoletani e dell’Associazione verace pizza napoletana, entrambe partner di Italia a Tavola.

L’impegno di un settore che vale oltre 25mila pizzerie con servizio, 150mila addetti e un volume d’affari che supera i 6 miliardi di euro. Un mercato che conta professionisti appassionati che, pur mantenendo viva la brace della tradizione, negli ultimi anni si sono dannati l’anima per nobilitare un mestiere sempre un po’ snobbato dai Soloni della ristorazione altra.

Oggi l’Arte dei pizzaiuoli, certo napoletani, ma in assoluto di chi affronta questo lavoro con dedizione e abnegazione, va a completare quel progetto di riconoscimento globale iniziato nel 2010 con la tutela da parte dell’Unione europea della pizza come “Specialità tradizionale garantita”.

L’Arte dei pizzaiuoli napoletani sul red carpet dell’Unesco esalta una solida identità culturale che nasce come cittadina, diventa orgoglio regionale, vanto nazionale e unicità mondiale. Non più solo a parole, ma nei fatti.

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