Passa la direttiva sul copyright Di Maio: «Ora clima da Grande Fratello»

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera alla direttiva sul copyright. L’iter aveva rischiato di intopparsi a giugno quando gli eurodeputati lo avevano respinto. Ma ora, grazie ad alcuni emendamenti, è arrivato l’ok . Ora è il momento dei negoziati con il Consiglio prima di giungere all'effetiva entrata in vigore

12 settembre 2018 | 15:43
In particolare le perplessità erano state rilevate sugli articoli 11 e 13 che avevano suscitato polemiche in quanto, secondo alcuni, privavano internet della propria libertà. Non sono mancate le reazioni politiche, immediate. «La direttiva sul diritto d'autore è una vittoria per tutti i cittadini - ha detto il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani - oggi il Parlamento europeo ha scelto di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale». «Ha vinto l'Europa della cultura e della creatività contro l'oligopolio dei giganti del web», ha commentato l'europarlamentare del Pd, Silvia Costa.



Dal M5s, l'europarlamentare Isabella Adinolfi parla invece di «una pagina nera per la democrazia e la libertà dei cittadini. Con la scusa della riforma del copyright, il Parlamento europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva. Il testo approvato oggi dall'aula di Strasburgo contiene l'odiosa link tax e filtri ai contenuti pubblicati dagli utenti. È vergognoso! Ha vinto il partito del bavaglio». Le fa eco, spingendo sull’acceleratore, il vicepremier Luigi Di Maio, che parla di un atto «che legalizza la censura preventiva e di ingresso in uno scenario da “Grande Fratello” di Orwell».

Come nello stile del Movimento, Di Maio promette che non è finita qui: «Sarà un piacere vedere, dopo le prossime elezioni europee, una classe dirigente comunitaria interamente rinnovata che non si sognerà nemmeno di far passare porcherie del genere. Un messaggio per le lobby: questi sono gli ultimi vostri colpi di coda, nel 2019 i cittadini vi spazzeranno via».


Luigi Di Maio

La principale novità della direttiva è legata al fatto che i colossi di internet “copioni” come i social o i motori di ricerca o Youtube debbano remunerare in modo adeguato chi crea certi contenuti come artisti, cantanti, giornalisti. Ma è anche un atto di responsabilità quello che si richiede ai soggetti citati sopra, un utilizzo maggiore dell’etica professionale.  

Nelle disposizioni introdotte si prevede che la semplice condivisione di collegamenti ipertestuali (hyperlink) agli articoli, insieme a "parole individuali" come descrizione, sarà libera dai vincoli del copyright. Invece se i link saranno accompagnati da descrizioni che soddisfano la lettura degli utenti, si ricadrà nella casistica degli snippet (foto e breve testo di presentazione di articoli): questi saranno coperti da copyright e quindi le piattaforme dovranno pagare i diritti agli editori per il loro uso.

Poi la questione Wikipedia: la direttiva specifica che caricare contenuti su enciclopedie online che non hanno fini commerciali su piattaforme per la condivisione di software open source sarà automaticamente escluso dall'obbligo di rispettare le nuove regole sul copyright. Escluse anche le piccole e micro imprese del web.

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