Via libera alla pesca lungo l'Adriatico dopo 43 giorni consecutivi di fermo

26 settembre 2016 | 11:43
Tornano finalmente in mare i pescherecci in tutto l’Adriatico per rifornire dall'inizio della settimana i mercati, la filiera e la ristorazione di pesce fresco. È Coldiretti Impresapesca a dare la notizia della fine del fermo pesca che dal 16 agosto, per 43 giorni consecutivi, aveva bloccato le attività della flotta italiana da Pesaro a Bari, dopo che il via libera era già scattato per il tratto da Trieste a Rimini il 5 settembre scorso.



Via libera dunque lungo tutta la costa adriatica a fritture e grigliate a “chilometri zero” realizzate con il pescato locale e meno rischi di ritrovarsi nel piatto, soprattutto al ristorante, prodotto congelato o straniero delle stessa specie del nazionale se non addirittura esotico e spacciato per nostrano.

Il fermo pesca delle attività della flotta da pesca italiana continua lungo lo Ionio e il Tirreno, da Brindisi ad Imperia fino al 16 ottobre, dove però è disponibile pescato proveniente dalle altre zone nazionali dove non è in atto il fermo pesca, dagli allevamenti nazionali o dalla seppur limitata produzione locale dovuta alle barche delle piccola pesca che possono ugualmente operare.
 
Per effettuare acquisti di qualità al giusto prezzo il consiglio di Coldiretti Impresapesca è di verificare sul bancone l’etichetta, che per legge deve prevedere l’area di pesca (Gsa). Le provenienze da preferire sono quelle dalle Gsa 9 (Mar Ligure e Tirreno), 10 (Tirreno centro meridionale), 11 (mari di Sardegna), 16 (coste meridionali della Sicilia), 17 (Adriatico settentrionale), 18 (Adriatico meridionale), 19 (Jonio occidentale), oltre che dalle attigue 7 (Golfo del Leon), 8 (Corsica) e 15 (Malta). Ma si può anche rivolgersi alle esperienze di filiera corta per la vendita diretta del pescato che Coldiretti Impresapesca ha avviato presso la rete di Campagna Amica.

Il ritorno in mare in tutto l’Adriatico è importante per le marinerie, le quali negli ultimi 30 anni hanno perso in Italia il 35% delle imbarcazioni e 18mila posti di lavoro, mentre si è progressivamente ridotto il grado di auto-approvvigionamento del pescato. Ma sulla ripresa delle attività pesa il mancato arrivo dei fondi per il fermo 2015, il cui sblocco era stato annunciato nel luglio scorso, con i pagamenti che sarebbero dovuti scattare da settembre. Un problema che pesa sui bilanci della flotta Italia, visto e considerato che dal vecchio fermo è ormai trascorso più di un anno.

Gli indennizzi per il 2016 sono di 15 milioni di euro: questo il budget che il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha scelto di concedere alle imprese di pesca che durante il 2016 hanno effettuato l'interruzione temporanea obbligatoria. La notizia è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, il piano individua precisi criteri e risorse per l'erogazione degli incentivi.

I contributi sono destinati alle imprese che esercitano l'attività di pesca con il sistema a “strascico” - che include le reti a strascico a divergenti, le sfogliare rapidi, le reti gemelle a divergenti - e che hanno attuato il fermo obbligatorio come previsto dal decreto ministeriale del 7 luglio scorso. Le risorse disponibili ammontano a 15 milioni di euro e saranno assegnate in base al numero di giorni lavorativi di fermo effettuati.

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Alberto Lupini


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