I prossimi passi della cucina italiana Cuochi a confronto a Identità Golose

05 marzo 2017 | 09:57
di Andrea Radic
Nelle storie di Asterix il mitico personaggio nato dalla mente e dalla fantasia sceneggiativa della coppia Goscinny-Uderzo veniva citato il "Congresso dei Druidi" un appuntamento annuale cui partecipavano i maghi e sacerdoti di tutta la Gallia. Ieri a Milano la situazione è stata la medesima dove chef, aziende, addetti ai lavori e consulenti, sommelier, enologi e comunicatori si sono ritrovati tutti insieme per elaborare le tendenze e le nuove caratteristiche, le leve e le leggi della cucina italiana 2017 e delle sue declinazioni nella nuova edizione di Identità Golose.

Andrea Ribaldone

Tra le novità e le nuove tendenze è molto interessante capire cosa è e come cannbierà, quali mercati si stanno aprendo e quali contenuti saranno protagonisti. Nelle sale e nell'auditorium è parso di essere davvero ad un congresso di scienza applicata o di chimica delle particelle. Confermo di avere sentito in una delle lezioni la frase «di quanti centimetri di diametro vuoi i grani di sale?». A parte le battute la cucina italiana sta prendendolo coscienza di se stessa e i cuochi o chef, come i social pretendono di definire chiunque si accinga ai fornelli, sono consapevoli di avere in mano un pezzo del futuro del Paese, ovvero la possibilità di creare valore aggiunto, indotto e economia di scala a partire dalla tavola, dal ristorante, dal prodotto tipico.


 

Si è sempre detto: la cultura e l'arte sono il petrolio del nostro Paese. Vero, ma è anche vero che sono materie prime di valore e capaci di generare idee e proprietà da declinate al meglio. Bella la presenza delle aziende, i cosiddetti sponsor che oggi a Milano sono partner veri, capaci di operare insieme ai cuochi e ad altri soggetti per offrire esperienze a questo pubblico di addetti ai lavori che per tre giorni si consegna, mani aperte, a prove, degustazioni e showcooking.

L'arte della lavorazione e della cottura qui non è solo celebrazione della visibilità mediatica, nonostante la presenza dei cuochi televisivi, è invece formazione culturale, approfondimento professionale e soprattutto gioia del gusto. Che bello veder sfornane il pane dal forno di Molino Quaglia e ascoltare i segreti dell'impatto o gustare l'abbinamento delle bollicine di Ferrari Trento con le creazioni sempre innovative dei nostri chef, italiani, ma famosi nel mondo. La connessione globale consegna ogni singolo istante alla platea dei social network ed è bene così, perché la diffusione delle interpretazioni e dei commenti crea attenzione e divulgazione.



Grana Padano affida la sua riserva 20 mesi a Andrea Ribaldone, e San Pellegrino crede in Paolo Griffa per sfamare gli ospiti all'ora di pranzo. Petra Molino Quaglia conferma suo ambassador Francesca Barberini e gli chef stellati di tutto il mondo si cimentano nelle aule e nelle "lessons", il maitre e sommelier del ristorante milanese Ceresio 7 interpreta un abbinamento con Birra Moretti la Bianca, e Longino & Cardenals estrae dal cilindro prodotti oltre la qualità, per superare l'astiecella del gusto.



Bene, il mondo dell'enogastronomia trae vantaggio, il comparto agroalimentare si nutre di promozione con la presenza attenta ma giustamente low profilo del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, del sindaco di Milano Giuseppe Sala e dell'assessore regionale all'Agricoltura Fava che, mi svela con giusta soddisfazione, di aver visitato negli scorsi tre anni di mandato oltre 900 aziende agricole. Dai che qualche segnale positivo c'è.

foto: identitagolose.it

Per informazioni: www.identitagolose.it

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