Riforma Imu, le imprese del turismo chiedono al Governo di diminuire le tasse

27 agosto 2015 | 16:55
Le imprese turistico ricettive guardano con attenzione e preoccupazione al percorso di modifica della tassazione sugli immobili che il presidente del Consiglio ha annunciato nei giorni scorsi. Matteo Renzi ha infatti annunciato di voler cancellare Imu (Imposta municipale unica) e Tasi (Tassa sui servizi indivisibili) per “tutti”, anche se in realtà il provvedimento riguarderebbe la Tasi sulla prima casa, l’Imu agricola e quella sui macchinari imbullonati (immobili a destinazione industriale).



Per capire di cosa stiamo parlando è bene specificare che l’Imu è la tassa che devono pagare i proprietari di immobili per il solo fatto di possedere un immobile. Con la legge di stabilità del 2014 non è più dovuta sulla prima casa (ad eccezione degli immobili considerati “di lusso”), ma sulla seconda. La Tasi invece riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività, come ad esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale e deve essere pagata da chiunque possieda qualsiasi titolo fabbricati e aree edificabili.

Solo nel 2014, il valore dell'Imu più la Tasi pagate dalle imprese turistico ricettive ammonta a circa di 893 milioni di euro, pari a 817 euro per ciascuna delle 1,1 milioni di camere esistenti nei circa 34mila alberghi italiani. Si tratta di un prezzo enorme, reso ancor più gravoso dal fatto che l'imposta è dovuta anche in relazione ai periodi di bassa stagione, quando gli alberghi sono a riposo o comunque semivuoti, così come nei tanti casi in cui, a causa della crisi di questi anni, le porte delle strutture si sono purtroppo chiuse definitivamente.

Per questi motivi Federalberghi (Federazione delle associazioni italiane alberghi e turismo) sta muovendo i primi passi verso una richiesta definitiva al Governo, affinché venga riconosciuta la tipicità dell'immobile alberghiero, che costituisce un investimento ad uso produttivo, al pari dei cosiddetti imbullonati che si prevede di esentare.

«Le misure preannunciate - dichiara Federalberghi in una nota - se non saranno accompagnate da opportuni correttivi tesi a parificare le condizioni di concorrenza tra soggetti che operano sullo stesso mercato, aggraveranno i fenomeni distorsivi già diffusi nel settore turismo, determinando ulteriori vantaggi in favore degli esercizi ricettivi che beneficiano del fatto di essere ubicati in immobili che dovrebbero essere destinati a civile abitazione o (bed and breakfast, affitti brevi, etc.) o ad uso agricolo (agriturismo). Stesso mercato, stesse regole. È questa la bussola che chiediamo alle istituzioni di seguire, a tutela non solo delle imprese alberghiere ma anche di tutti coloro che gestiscono le nuove forme di ospitalità nel rispetto delle regole».

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Alberto Lupini


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