Il romano Massimiliano Giansanti nuovo presidente di Confragricoltura

30 marzo 2017 | 18:30
di Mariella Morosi
«Confagricoltura riparte con una squadra che vuol dare un segnale di novità con la capacità di rinnovarsi e guardare il futuro. Il nostro impegno nei prossimi tre anni è quello di accompagnare la crescita della nostra agricoltura e del sistema Italia, mettendo al centro l’impresa e aumentandone la competitività». Lo ha detto Massimiliano Giansanti, incontrando la stampa subito dopo la sua elezione ai vertici della Confagricoltura, presentando i i nove componenti della giunta esecutiva: Luca Brondelli di Brondello, Nicola Cilento, Giordano Emo Capodilista, Elisabetta Falchi, Sandro Gambuzza, Matteo Lasagna, Diana Theodoli Pallini, Giovanna Parmigiani e Rosaro Rago.


Massimiliano Giansanti

I vicepresidenti saranno nominati al prossimo consiglio direttivo di maggio. Massimiliano Giansanti, romano, 43 anni, imprenditore agricolo con attività a Roma, Viterbo e Parma, succede a Mario Guidi che ha guidato la confederazione per due mandati. È membro della giunta esecutiva dal 2011 e vicepresidente uscente.

«Le parole d’ordine con cui definiamo il nostro impegno - ha detto - sono consapevolezza, responsabilità, avanguardia, orgoglio e successo. Consapevolezza di quello che vogliamo essere in futuro, di ciò che l’organizzazione rappresenta e della necessità di essere uniti, responsabilità della rappresentanza perché nel mondo associativo siamo tutti sotto attacco, e avanguardia nel proporre progetti innovativi. Ma c’è anche l’orgoglio della riscoperta della vita associativa, dell’appartenenza attraverso lo sviluppo di una forte identità . E infine il successo, come risultato degli obiettivi che ci siamo proposti con il consenso di tutti gli agricoltori».

«Confagricoltura - ha promesso il neo presidente - nel prossimo triennio si batterà dialogando con tutti quelli che si impegnano per l’agricoltura italiana». Sottolineata l'importanza della ricerca scientifica per dare mezzi e strumenti alle imprese per poter competere in un mercato governato dalla globalizzazione e dalle leggi economiche, soprattutto dopo la fine delle produzioni assistite. Dura la critica alle inefficienze del sistema che impediscono agli imprenditori agricoli di essere competitivi sui mercati europei ed extraeuropei, e anche alla politica agricola comunitaria che non funziona come dovrebbe.

Matteo Lasagna, Luca Brondelli di Brondello, Giovanna Parmigiani, Massimiliano Giansanti, Elisabetta Falchi, Diana Theodoli Pallini e Nicola Cilento

Ma al centro dell'impegno dei nuovi vertici di Confagricoltura è la crescita dell’impresa, con gli strumenti necessari per darle maggiore valore: semplificazione amministrativa,riforma del mercato del lavoro, politiche energetiche e per l’ambiente, costi della previdenza in linea con l’Europa, acceso al credito e a nuovi strumenti finanziari e assicurativi, e sviluppo dell’innovazione.

«Abbiamo l’ambizione - ha proseguito Giansanti - di diventare il punto di riferimento della filiera agroalimentare per conquistare nuovi spazi: la costruzione di un network con partner strategici per sviluppare l’agribusiness». La crescita tuttavia dovrà passare attraverso un progetto condiviso che consenta a tutta la struttura, centrale e territoriale, di essere parte della decisione passando da un modello organizzativo top down (decisioni dall’alto verso il basso) ad uno bottom up per accorciare la filiera della governance e favorire la circolarità delle idee».

Confagricoltura, tra le principali organizzazioni agricole, è la più antica d'Italia con un secolo di storia associativa. Vi aderiscono 145.200 imprese, 222 di coltivatori diretti e altre 300mila di altro tipo. L'organizzazione conta 19 federazioni regionali e 95 unioni provinciali.

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