Tonno rosso, dai grossisti ai ristoranti le procedure diventano elettroniche

17 luglio 2016 | 10:33
di Tiziana Casali
Come è risaputo la cattura del tonno rosso è oggetto di particolare normativa, questo perché la forte richiesta del prodotto in passato ha messo a rischio la sopravvivenza della specie. La Commissione internazionale per la conservazione del tonno (Iccat) ha dovuto disciplinare questo settore con raccomandazioni precise, recepite in regolamenti dalla Commissione europea, per ridurre lo sforzo di pesca e permettere il riequilibrio tra le quantità di tonno rosso pescato e la capacità riproduttiva dell’animale.



In tutti gli Stati membri è stato introdotto da anni un contingente o quota di cattura massima, oltre ad una taglia minima da rispettare per gli esemplari catturati. Tutte le imbarcazioni autorizzate alla pesca pertanto registrano le catture e comunicano agli organi di vigilanza i quantitativi di tonni pescati, in modo che, una volta raggiunti i kg della quota annuale assegnata, venga disposto il fermo pesca. Non solo il pescatore deve effettuare le comunicazioni alle Capitanerie di porto, ma le comunicazioni vanno fatte anche dai rivenditori successivi, cosicché, in ogni momento, gli organi di controllo sappiano esattamente la storia dell’esemplare, dalla barca fino all’ultimo esercente, pescheria al dettaglio o ristorante che sia.

Come funzionava il sistema fino al 30 giugno 2016
Fino al 30 giugno 2016 il tonno rosso nazionale, per essere commercializzato intero o in tranci, doveva essere accompagnato da un documento attestante la tracciabilità del tonno, il cosiddetto “documento di cattura”, Bcd (Bluefin catch tuna), che riporta i seguenti dati: nella prima sezione i dati relativi alla cattura e nella seconda sezione “trade information” la descrizione del venditore, i kg venduti, il numero della fattura, il destinatario e il timbro della Capitaneria di porto competente. Questo timbro sul Bcd poteva essere omesso in caso di acquisto di tonno intero estero (Francia, Spagna... ) con la presenza sulla coda del tag, ovvero di una targhetta con un numero identificativo. Il Bcd era manuale e vidimato dalla autorità, i ristoratori e le pescherie che acquistavano il tonno erano tenuti a conservare il Bcd e il tag, se presente, per attestare la legalità dell’acquisto.
 
Cosa è cambiato dal 1° luglio 2016
Dal 1° luglio tutti gli attori della filiera devono invece utilizzare il portale web Iccat, significa che la procedura di generazione del Bcd da parte dei grossisti ai clienti, come ristoranti e pescherie, non è più cartacea e vidimata con un timbro apposto manualmente dalla Capitanerie di porto, ma è direttamente eseguita online. Questa procedura impone ovviamente che venditore e acquirente siano registrati sul portale web (https://etuna.iccat.int); il grossista ogni volta che vende il tonno intero o a tranci al cliente inserisce la transazione commerciale online, ricercando il cliente nell’elenco del database. Il timbro della autorità è sostituito da un numero di validazione assegnato dalla direzione generale della pesca marittima, che effettua controlli sui documenti del database. Anche in questo caso se il tonno è intero e ha il tag, la validazione non è necessaria, ma il Bcd elettronico deve comunque sempre accompagnare il prodotto, come in passato quello cartaceo.

Come devono comportarsi i ristoranti e pescherie
Il cliente ristorante o pescheria che riceve il tonno rosso pescato dal 1° luglio 2016 e lo utilizza per la vendita o la somministrazione al consumatore finale, deve semplicemente verificare che sia presente il Bcd elettronico e che contenga i dati sopra descritti; deve inoltre conservare il Bcd perché attesta la legalità della transazione commerciale. Ovviamente l’operatore deve essere registrato sul portale web. Orobica Pesca Srl, per evitare problemi di iscrizione al sito internet ai clienti che acquistano il tonno rosso, vista anche la complicata gestione, procede alla loro iscrizione web, in modo che non ci sia alcun aggravio al cliente e vi sia la più completa legalità della commercializzazione. Il cliente ristorante o pescheria che riceve il tonno rosso e lo utilizza per la vendita o la somministrazione al consumatore finale, non deve fare alcuna comunicazione; se invece una pescheria rivende il tonno ad un ristorante deve registrarsi sul portale web anche come venditore e registrare online la vendita secondo la procedura di “splittaggio online del Bcd”.

Cosa cambia per il consumatore finale?
Assolutamente nulla, non è richiesta alcuna documentazione aggiuntiva in questa fase della commercializzazione; inoltre la normativa impone l’accuratezza della documentazione, soggetta a controlli da parte delle autorità, ma non impone l’esposizione al pubblico dei Bcd. Eventualmente, su richiesta di qualche cliente particolarmente informato, sarà semplicissimo esibire il documento legale di acquisto.

Sarà complicato utilizzare ancora questo prodotto?
La gestione del tonno rosso è gravosa per società come Orobica Pesca che trattano la vendita all’ingrosso secondo legalità, ma non esistono problematiche particolari per i clienti quali ristoranti e pescherie, se non la semplice pratica del controllo e archiviazione del Bcd. Il tonno rosso è un prodotto dalla qualità organolettica eccezionale, il fatto che esista una rigida normativa di pesca, è a garanzia del ripopolamento degli stock ittici, al pari di disposizioni legislative, quali fermo pesca e taglie minime di cattura, per altre specie.

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Alberto Lupini


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