Troppe associazioni Si deve lavorare con più serietà

Perché esistono tante associazioni? Perché c’è disaffezione nei loro confronti? Le nuove generazioni sono sempre più lontane dalle associazioni, le ritengono “vecchie” e obsolete e non offrono loro la giusta visibilità

11 maggio 2018 | 08:57
di Ernesto Molteni
Da una parte non ha senso che esistano molte associazioni con uno Statuto quasi identico e gli stessi obiettivi. Allora perché esistono? Queste associazioni, tutte nate come “no profit”, ad un certo punto hanno incominciato ad operare come vere e proprie aziende, aprendo partita iva. Coloro che ricoprono cariche dirigenziali hanno iniziato a perseguire i propri interessi personali piuttosto che quelli associativi. Una vera associazione no profit di natura professionale dovrebbe lavorare e attivarsi per il bene dei soci e non per quello dei singoli.



Oggi il mercato è polivalente ed esistono molte aziende anche piccole che creano una concorrenza spietata a quelle grandi e storiche. Da una parte è anche positivo visto che l’Italia è uno dei primi Paesi al mondo che produce liquori di elevata qualità. Dall’altra bisognerebbe che queste aziende avessero al loro fianco una sola associazione che sappia discernere e razionalizzare le esigenze di mercato e di marketing valorizzando la qualità del prodotto.

Mi ricordo ai bei tempi (anni ’60-70-80) quando l’associazione storica più importante addirittura selezionava le aziende sponsor in base alla qualità dei prodotti e rifiutava quelle con prodotti giudicati di “basso” pregio. Ora invece la situazione si è capovolta. Le associazioni si “vendono” alle aziende che per prime danno dei contributi in soldi per poter affermare il loro marchio e aumentare le vendite. Tutto è diventato più commerciale.

In questo contesto, è normale che i professionisti non hanno più fiducia nelle associazioni, consci del fatto che una volta pagata la tessera ci si disinteressi di loro, e anzi diventano uno strumento passivo per l’attuazione degli interessi altrui. I soci chiedono dei servizi in cambio della loro partecipazione.

La soluzione? Tutto sommato semplice anche se al momento attuale di difficile realizzazione. È giusto che ci siano associazioni diverse specializzate in un determinato settore. Quindi ben venga un’associazione sul comparto birra, una sul vino, una sul caffè, ma nel comparto distillati, liquori e mixology ci dovrebbe essere un’associazione sola con un’identità specifica e no profit a disposizione di tutti coloro che lavorano nel settore Bar. La soluzione è: sediamoci tutti insieme a parlare con onestà, in modo serio, per valutare una corretta programmazione di progetti e diventare un unico soggetto affidabile che tratta con le aziende per il bene delle stesse, dei professionisti e dell’opinione pubblica. Lasciamo fuori coloro che manovrano l’associazione no profit solo per meri intenti di business, non fa parte della nostra identità. Questo è il pensiero di Abi Professional.

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