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Latte italiano, sarà indicato in etichetta Svolta, si va oltre le norme europee

È stato inviato a Bruxelles lo schema di decreto che riguarda l’obbligo di indicare in etichetta l‘origine dei prodotti lattiero caseari. «Un passo storico», ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina. Per 9 italiani su 10 è importante conoscere l’origine delle materie prime per ragioni legate alla sicurezza alimentare

31 maggio 2016 | 14:48
Latte italiano, sarà indicato in etichetta 
Svolta, si va oltre le norme europee

Lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta per i prodotti lattiero caseari in Italia è stato condiviso dal Ministro Maurizio Martina e dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. Lo schema è stato inviato per la prima verifica a Bruxelles, avviando così l’iter autorizzativo previsto a livello europeo. Questo sistema sperimentale consentirà di indicare con chiarezza al consumatore la provenienza delle materie prime di molti prodotti come latte Uht, burro, yogurt, mozzarella, formaggi e latticini.



«Siamo davanti a un passo storico - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano. Parliamo di un settore che nel suo complesso vale più di 20 miliardi di euro e che vogliamo dotare di ancora più strumenti per competere. Ci sono analisi che dimostrano la propensione dei consumatori anche a pagare di più per un prodotto che sia d’origine italiana tracciata. Con questo decreto sarà possibile sfruttare questi spazi, perché finalmente i consumatori potranno essere pienamente informati. L’indicazione chiara ed evidente dell’origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro di più di 34mila allevatori che rappresentano il cuore pulsante di questo settore. Il nostro impegno per salvaguardare il loro reddito è quotidiano e spingiamo perché ci sia un ulteriore rafforzamento dei rapporti di filiera nel nostro Paese. Lavoriamo ancora a Bruxelles perché questa sperimentazione apra la strada ad un passo europeo ancora più forte».

Consumatori disposti a spendere di più per prodotto tracciato
Da un’indagine demoscopica commissionata da Ismea emerge che il 67% dei consumatori italiani intervistati si dichiara disposto a pagare dal 5 al 20% in più per un prodotto lattiero caseario che abbia chiara in etichetta la sua origine italiana.

9 italiani su 10 chiedono trasparenza
Per 9 italiani su 10 è importante conoscere l’origine delle materie prime per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, in particolare per latte fresco e i prodotti lattiero-caseari. Si è espresso così, infatti, il 95% degli oltre 26 mila partecipanti alla consultazione pubblica online tra i cittadini sulla trasparenza delle informazioni in etichetta dei prodotti agroalimentari, svolta sul sito del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.

Le novità del decreto
Il decreto in particolare prevede che il latte o i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima in etichetta con le seguenti diciture:

  • “Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte”;
  • “Paese di confezionamento: nome del paese in cui il prodotto è stato confezionato”
  • “Paese di trasformazione: nome del paese nel quale è stato trasformato il latte”;
Qualora il latte o il latte utilizzato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari, sia stato munto, confezionato e trasformato, nello stesso paese, l’indicazione di origine può essere assolta con l’utilizzo di una sola dicitura: ad esempio “Origine del latte: Italia”. In ogni caso sarà obbligatorio indicare espressamente il paese di mungitura del latte. Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi, diversi dall’Italia, possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture:
  • origine del latte: Paesi Ue
  • origine del latte: Paesi non Ue
  • origine del latte: Paesi Ue e non Ue.
Sono esclusi solo i prodotti Dop e Igp che hanno già disciplinari relativi anche all’origine e il latte fresco già tracciato.

Le principali azioni del Mipaaf
Il piano del Ministero a sostegno del settore lattiero caseario ha previsto investimenti da 120 milioni di euro, che hanno portato l'Italia ad essere tra i primi Paesi in Europa per entità dell'intervento. Sono stati stanziati, infatti, 32 milioni per l'aumento della compensazione Iva al 10% per il latte venduto alla stalla ed è stato attivato il fondo latte per ristrutturare i debiti e potenziare la moratoria dei mutui bancari ottenuta con Abi. Altri 25 milioni di euro europei sono stati utilizzati per il sostegno diretto agli allevatori e 10 milioni sono investiti per l'acquisto di latte crudo da trasformare in Uht e destinare agli indigenti.  È in corso anche una campagna di comunicazione istituzionale per sostenere i consumi di latte fresco con testimonial come Cristina Parodi, Carlo Cracco, Demetrio Albertini e il professor Giorgio Calabrese. Sul fronte europeo, infine, c'è l'impegno, insieme a Francia, Spagna e Germania, per costruire soluzioni a partire dal finanziamento Ue della riduzione volontaria dell'offerta e per una Ocm Latte.

I numeri del settore lattiero caseario in Italia

Fase agricola
34mila allevatori;
1,8 milioni di vacche da latte;
11 milioni di tonnellate di latte vaccino prodotto di cui 50% circa trasformato in formaggi Dop;
4,8 miliardi di euro valore della produzione.

Fase industriale
3.400 imprese;
39mila occupati;
14,5 miliardi di euro di fatturato.

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