L'acne giovanile non è più un problema Nuovi sistemi laser per combatterlo

02 maggio 2015 | 12:55
L'acne è una patologia che frequentemente crea disagi tra i giovani, anche per diversi anni. L'Università di Santa Barbara in California ha ideato una soluzione che combina ultrasuoni, nano particelle e oro per risolverlo. Riportiamo di seguito l'analisi di Humanitas a riguardo e il parere del professor Marcello Monti, docente di dermatologia all'Università degli studi di Milano e responsabile del reparto di dermatologia presso Humanitas, il quale mostra sì interesse per la scoperta medica americana, invitando però ad essere cauti nel considerarla rivoluzionarla.



Stop all'acne. L'Università della California di Santa Barbara ha messo a punto, in collaborazione con un'azienda statunitense, un nuovo trattamento che combina ultrasuoni, nano particelle di silice e oro, pari a un centesimo della larghezza di un capello, e laser che indebolirebbe l'intensità e la frequenza delle eruzioni cutanee. A dare notizia della novità è la rivista Journal of Controlled Release. Segno caratteristico dell'adolescenza, i brufoli si formano quando i follicoli vengono bloccati dal sebo, una sostanza oleosa secreta dalle ghiandole sebacee presenti sulla superficie cutanea che impermeabilizza e lubrifica la pelle.

I problemi arrivano quando frammenti di peli, sporco e altre sostanze del sebo bloccano i pori, ovvero l'apertura dei follicoli, oppure quando c'è una sovrapproduzione di sebo. Indipendentemente dal motivo, accumulandosi il sebo, vengono trattenuti i batteri che causano infiammazioni e infezioni, ovvero l'acne. Secondo uno dei ricercatori che hanno lavorato a questa terapia, il problema verrebbe risolto alla radice. Questo perché le basse frequenze degli ultrasuoni spingono attraverso i follicoli le nano particelle di silice rivestite d'oro nelle ghiandole sebacee.

Colpite da un laser, queste particelle trasformano la luce in calore; una volta riscaldate, “spengono” le ghiandole sebacee iperattive ripristinando una secrezione regolare del sebo. Il processo non irrita né secca la superficie cutanea e, inoltre, non ha gli stessi effetti indesiderati dell'assunzione di antibiotici. La terapia è particolarmente indicata per i pazienti con forme di acne avanzate o difficili da trattare. Tuttavia, devono essere ulteriormente esaminati alcuni aspetti di lungo periodo.
 
Contro l’acne, meglio micropeeling e terapia fotodinamica
«Che l’acne sia un fastidio sempre meno tollerato dai giovani - commenta il professor Marcello Monti - è una realtà, così come il tentativo di curarlo con metodi fisici e non farmacologici che va avanti da molti anni. Questa è sicuramente una tecnica interessante ma i ricercatori americani si dimenticano che l’acne non è un disturbo acuto da rimettere in ordine ma una patologia che dura anni, a volte più di dieci».

Il responsabile del reparto di dermatologia presso Humanitas, Marcello Monti, individua anche le possibili controindicazioni di questa nuova terapia. «Il ragionamento che dobbiamo fare - continua l'esperto - è questo: è vero che se bombardiamo le ghiandole col calore le disattiviamo realizzando una buona azione anti-acne, ma è anche vero che questo poi ritorna e se continuiamo con i trattamenti termici, finiamo per dare seri danni alle strutture cutanee, non solo alle ghiandole sebacee».

Le alternative ci sono. «Questo problema - conclude lo specialista - ce lo siamo posto anche noi di Humanitas e abbiamo deciso di abbandonare i trattamenti termici per l’acne. Preferiamo utilizzare tecniche più soft come il micropeeling e la terapia fotodinamica. Anche noi non utilizziamo farmaci, ma con le nostre tecniche possiamo andare avanti a curare bene l’acne per tutta la sua durata senza indurre danno alla pelle o all’organismo».

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Alberto Lupini


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