Un bicchiere di vino al giorno non pregiudica le funzioni del fegato

26 aprile 2015 | 12:00
Il vino è da sempre uno dei maggiori vanti dell’Italia, nonché un’immancabile presenza sulle tavole del nostro Paese. Tuttavia, anche poco dopo la celebrazione del Vinitaly a Verona, è bene ricordare che consumare troppo vino può danneggiare il fegato. La giusta dose di vino per ogni giorno è un bicchiere per l’uomo e mezzo per la donna: una soluzione ideale per gustare le preziose uve della nostra penisola e insieme rimanere in salute. Riportati di seguito i consigli e le opinioni del dottor Pietro Invernizzi, responsabile di Medicina Generale ed Epatologia tratto da Humanitas.




«Non ci sono prove solide che il vino faccia bene al fegato - sottolinea il dottor Pietro Invernizzi - ma perché non diventi un danno è bene non superare certe soglie. L'alcol è in ogni caso una sostanza tossica per il nostro organismo, ma la quantità che introduciamo bevendo un bicchiere di vino (o mezzo bicchiere per le donne) con una gradazione classica intorno ai 12 gradi, non pregiudica le funzioni del fegato. L'importante è non esagerare, bere poco e rispettare pertanto questi limiti».

Il vino, unica bevanda inserita nella dieta mediterranea
«Mezzo bicchiere e un bicchiere di vino - aggiunge il dottor Invernizzi - equivalgono rispettivamente a 20 e 40 grammi di alcol, all'incirca. Sono queste le soglie da tenere presenti per tutelare la salute e sono clinicamente irrilevanti. Naturalmente il fegato comincia a risentire se il consumo di alcol si fa più intenso. I danni possono essere irreparabili, si può ad esempio essere colpiti da una forma fulminante di epatite oppure si può andare incontro all'epatopatia alcolica. Per non parlare, infine, anche del rischio di tumore».

Il vino è l'unica bevanda a essere stata inclusa nella dieta mediterranea, il regime alimentare tutelato dall'Unesco che fornisce a chi la segue il giusto apporto dei nutrienti fondamentali. Diversi studi hanno messo in relazione il consumo moderato di vino, in particolare rosso, alla riduzione del rischio cardiovascolare, sempre considerando una quantità estremamente ridotta di consumo giornaliero.

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Alberto Lupini


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