Intestino infiammato? “Spegnilo” con i frutti rossi!

19 aprile 2016 | 16:13
Rimedi contro eventuali infiammazioni intestinali non mancano, ma quanti di questi sono davvero efficaci? Uno tra tutti, tra i più naturali: i frutti rossi. Per sapere se vero o falso, è bene affidarsi a chi questi argomenti li affronta giorno per giorno per mestiere: a questo proposito, riportiamo di seguito il parere, tratto da Humanitasalute, del professor Silvio Danese, gastroenterologo e responsabile del centro Malattie infiammatorie croniche intestinali di Humanitas.




Vero. Come molti studi hanno già ampiamente dimostrato, i frutti rossi quali fragole, ciliegie e frutti di bosco (more, lamponi, mirtilli, ribes rosso e ribes nero) devono le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti alla presenza di polifenoli, cioè sostanze particolarmente attive nel combattere l’infiammazione delle cellule e dei tessuti dell’organismo. Proprio l’infiammazione è chiamata in causa quando si cerca il responsabile di molti dei disturbi dell’intestino tra cui anche la colite, i cui sintomi, spesso molto fastidiosi, contribuiscono a limitare la vita sociale e lavorativa di circa il 15% della popolazione mondiale.

Per questo motivo, chi soffre di colite cerca spesso rimedi semplici ed efficaci, anche naturali, ma che purtroppo non sempre funzionano. Anche se sono necessari ulteriori e più approfonditi studi sugli effetti dell’assunzione dei frutti rossi sull’infiammazione dell’intestino, come per esempio per definire la quantità di frutti rossi da assumere per prevenire l’infiammazione e ridurre il rischio di colite.

È certo invece che i frutti rossi prevengano l’adesione alle pareti dell’intestino da alcuni ceppi patogeni di un pericoloso batterio chiamato Escherichia coli. Alcune forme di questo batterio, normalmente presente in una forma innocua della nostra flora intestinale, se ingerito con cibo o acqua contaminate, può dar luogo a infezioni dell’intestino con disturbi di diversa gravità, simili alla colite. Infatti, una volta raggiunto il tratto gastrointestinale, l’Escherichia coli aderisce alle cellule della parete dell’intestino e produce una tossina che provoca sintomi quali crampi addominali o diarrea con sangue e vomito.

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Alberto Lupini


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